Latanoprost

Latanoprost

 

Si prescrive per trattare l’ipertensione oculare ed il glaucoma ad angolo aperto.

 

Che cos’è il latanoprost?

Esso riduce la pressione nell’occhio, aumentando il drenaggio di fluidi dal suo interno. Si tratta di un analogo delle prostaglandine.

 

Come si assume il latanoprost?

Si somministra sotto forma di collirio.

 

Effetti collaterali del latanoprost

Può far diventare l’iride marrone e inscurire le palpebre.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

bruciore, secchezza, prurito o sensazione di punture all’occhio

sensazione di corpo estraneo nell’occhio

lacrimazione in aumento

appannamento della vista

variazioni nella crescita delle ciglia

sintomi di un raffreddore

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

palpebra o iride più scuri

infiammazione, secrezioni, irritazione, dolore, arrossamenti o gonfiore dell’occhio o della palpebra

cute arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

problemi visivi

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicato in caso di herpes oftalmico e se si stanno assumendo altri farmaci simili (ad esempio bimatoprost)

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di infiammazioni agli occhi (ad esempio uveiti), herpes oftalmico o forme di glaucoma diverse da quella ad angolo aperto

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

in caso di infezioni, gonfiori o traumi agli occhi

in caso di lenti intraoculari

in caso di programmato intervento chirurgico agli occhi

 

Le lenti a contatto morbide possono assorbire il farmaco. E’ perciò necessario rimuoverle prima dell’applicazione e reinserirle almeno 15 minuti dopo la somministrazione del farmaco. Bisogna infine rammentare che il collirio può alterare le capacità visive, riducendo in tal modo la capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi.

Latanoprost + timololo

Latanoprost + timololo

 

Viene impiegato nella cura dell’ipertensione oculare e del glaucoma ad angolo aperto.

Si ricorre solitamente a questa combinazione di farmaci quando altri trattamenti siano risultati inefficaci e solo a partire dai 18 anni di età.

 

Che cos’è il latanoprost + timolo?

Esso aumenta il drenaggio dei fluidi dall’occhio e riduce la formazione di nuovo liquido al suo interno.

 

Come si assume il latanoprost + timolo?

Viene somministrato sotto forma di collirio.

 

Effetti collaterali del latanoprost + timolo

Può mascherare i sintomi di un’ipoglicemia e di un ipotiroidismo. Può inoltre mutare il colore degli occhi, rendendoli più scuri.

Fra gli altri suoi potenziali effetti indesiderati si possono includere:

secchezza a livello oculare

problemi alla vista

distacco retinico

ciste dell’iride

acufene

peggioramento dell’angina

battito rallentato, accelerato o altre anomalie del ritmo cardiaco

edema

palpitazioni

scompenso cardiaco (anche congestizio)

bassa pressione

sindrome di Raynaud

congiuntivite

ipoglicemia

sintomi depressivi

calo della memoria

mani e piedi freddi

asma

irritazione, arrossamento o dolore agli occhi

stato d’insonnia

incubi notturni

capogiri

appannamento della vista

lacrimazione in aumento

infiammazione delle palpebre e palpebra calante

mal di testa

herpes oftalmico

pizzicore o intorpidimento dell’epidermide

riduzione del flusso ematico al cervello

peggioramento nei sintomi della miastenia gravis

alterazione delle ciglia e dei peli intorno agli occhi

gonfiore attorno agli occhi

gonfiore dell’iride

edema maculare

cheratite

svenimenti improvvisi o sensazione di svenimento

ictus

fiato corto

broncospasmo

tosse

senso di nausea

scariche di diarrea

dispepsia

fauci secche

alterazione del senso del gusto

indigestione

dolore a livello addominale

conati di vomito

pelle che diventa più scura

alopecia

rash psoriasiforme

peggioramento di rash e psoriasi preesistenti

problemi alla sfera sessuale

dolori a livello articolare o muscolare

debolezza o stanchezza a livello muscolare

senso di affaticamento

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

e se uno qualsiasi dei possibili effetti indesiderati sopra elencati appare serio o persistente.

 

Controindicazioni e avvertenze

Può esserne controindicata l’assunzione in caso di disturbi cardiaci, gravidanza, asma e bronchite ostruttiva cronica.

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare a beta-bloccanti), ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare farmaci per abbassare la pressione, prostaglandine o loro analoghi o derivati, farmaci cardiovascolari, antidiabetici, chinidina, antidepressivi, beta-bloccanti, adrenalina e clonidina)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di problemi agli occhi, anomalie del ritmo cardiaco, problemi di circolazione, diabete, ipertiroidismo, angina o herpes oftalmico, problemi respiratori, asma o malattie polmonari ostruttive croniche, malattie coronariche, scompenso cardiaco, pressione bassa

in caso di interventi chirurgici agli occhi

qualora si utilizzino lenti a contatto

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È sempre importante fare sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’utilizzo di latanoprost + timololo

Le lenti a contatto morbide possono assorbire il farmaco. Per questo motivo è necessario rimuoverle prima dell’applicazione e reinserirle almeno dopo 15 minuti dopo la somministrazione.

Bisogna anche attendere almeno 5 minuti prima di utilizzare eventuali altri colliri nonchè rammentare che il collirio può alterare le capacità visive, riducendo così la capacità di guidare o di manovrare macchinari pericolosi.

Lattuga gentile

Lattuga gentile

 

Che cos’è la lattuga gentile?

La lattuga gentile (o gentilina o canasta) è una varietà di lattuga, dal sapore dolce, che può essere consumata sia cruda sia cotta. È caratterizzata da un cespo aperto con foglie a margine increspato di consistenza piuttosto croccante, con colori che variano dal verde chiaro al rosso-viola. Il nome scientifico con cui viene indicata è Lactuca sativa var. secalina.

 

Che proprietà nutrizionali ha la lattuga gentile?

100 grammi di lattuga gentile apportano mediamente 21 Calorie, suddivise in 38% di proteine, 19% di lipidi e 43% di carboidrati

In particolare, 100 grammi di lattuga contengono:

94,3 g di acqua

1,8 g di proteine

0,4 g di lipidi

0 mg di colesterolo

2 g di carboidrati

1,5 g di fibre

9 mg di sodio

240 mg di potassio

0,8 mg di ferro

45 mg di calcio

31 mg di fosforo

0,05 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,18 mg di vitamina B2 o Riboflavina

0,7 mg di vitamina B3 o Niacina (o vitamina PP)

229 µg di vitamina A retinolo eq.

6 mg di vitamina C

Acido folico (vitamina B9)

Vitamina K

 

Possibili effetti collaterali della lattuga gentile

Non si ha evidenza a oggi di eventuali interazioni tra il consumo di lattuga gentile e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità della lattuga gentile

La lattuga gentilina è disponibile per gran parte dell’anno; viene raccolta infatti nei mesi primaverili, estivi e autunnali.

Possibili benefici e controindicazioni

L’apporto di fibre (1,5 grammi ogni 100 grammi di prodotto) e acqua (94 grammi ogni 100 grammi di prodotto) rende la lattuga gentilina un alimento ideale per coloro che sono nella condizione di dover migliorare il transito intestinale. Il basso apporto energetico (20 Calorie ogni 100 grammi di prodotto consumato) la rende adatta anche a coloro che devono rispettare un regime alimentare a basso contenuto di calorie. Quando viene consumata cruda si può assaporare la consistenza croccante che la caratterizza e che aumenta, inoltre, il senso di sazietà.

La lattuga gentile è consigliata a chi soffre di ritenzione idrica per le sue proprietà diuretiche. La notevole quantità di acqua e di sali minerali la rendono un alimento rinfrescante e rimineralizzante (contiene soprattutto calcio, potassio e fosforo). Le buone quantità di vitamine in essa contenute svolgono molte funzioni importanti: la provitamina A è fondamentale per il benessere della pelle e la protezione della vista, la vitamina K rinforza le ossa e protegge il sistema nervoso perché partecipa allo sviluppo della guaina mielinica che ricopre i nervi, le vitamine del gruppo B di cui particolarmente buono è il contenuto di acido folico o vitamina B9 che è essenziale per il benessere dell’apparato cardiovascolare e molto importante in gravidanza per uno sviluppo ottimale del nascituro, e la vitamina C, che è un antiossidante in grado di contrastare l’invecchiamento delle cellule e l’aumento del colesterolo nel sangue.

Non si ha nota di controindicazioni al consumo di lattuga gentilina, a meno che non si soffra di allergia a questo ortaggio.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Lenalidomide

Lenalidomide

 

Si prescrive per trattare l’anemia associata a sindrome mielodisplasica. E’ anche utilizzata, in combinazione con il desametasone, nella cura di alcuni casi di mieloma multiplo e trova applicazione nel linfoma mantellare.

 

Che cos’è la lenalidomide?

Il farmaco influenza il funzionamento del sistema immunitario, sebbene il suo esatto meccanismo di funzionamento non sia noto.

 

Come si assume la lenalidomide?

Si somministra via bocca, sotto forma di capsule.

 

Effetti collaterali della lenalidomide

Può ridurre il numero di piastrine e le capacità di combattere le infezioni. Può altresì causare gravi danni al fegato e reazioni cutanee.

Nei pazienti oncologici è associata al rischio di sindrome da lisi tumorale, mentre in caso di leucemia linfocitica acuta aumenta il rischio a livello cardiologico.

Infine, in caso di mieloma multiplo può incrementare il rischio di comparsa di altri tumori.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

sudorazioni notturna o in aumento

scomparsa dell’appetito

lieve mal di stomaco

senso di nausea

stato d’indolenza

naso chiuso o che cola

alterazione del gusto

male alla schiena

stato di costipazione

scariche di diarrea

capogiri

fauci secche

pelle secca

mal di testa

sensazione di stanchezza

stato di insonnia

conati di vomito

stato di debolezza

calo di peso

 

È importante ricorrere immediatamente alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

appannamento della vista

bruciori, intorpidimenti o pizzicori

dolore alle ossa (forte o persistente)

mal di testa, capogiri o dolore allo stomaco (forti o persistenti)

debolezza o stanchezza (forti o persistenti)

improvvise o ingiustificate variazioni di peso

gonfiore a mani, caviglie o piedi

ghiandole gonfie

stati emorragici

infezioni

tremori vari

difficoltà di minzione

svenimenti

battito accelerato, irregolare o rallentato

dolori a livello articolare

problemi psicologici o disturbi dell’umore

dolore, debolezza o crampi a livello muscolare

dolore, intorpidimenti, pizzicore, sensibilità, arrossamenti o gonfiori a braccia o gambe

riduzione del senso del tatto

 

Controindicazioni e avvertenze

Può esserne controindicato l’impiego in caso di gravidanza o di leucemia linfatica cronica.

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare alla talidomide), ad alimenti o ad altre sostanze

se si è intolleranti al lattosio

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare estrogeni, progestinici, digossina, agenti eritropoietici, medicinali che possono danneggiare il fegato e qualsiasi farmaco che può aumentare il rischio di emorragie o trombi)

in caso di assunzione di contraccettivi ormonali, se si assumono anche inibitori della proteasi dell’HIV, griseofulvina, carbamazepina, rifampicina, rifabutina, penicillina, amoxicillina, ampicillina o altri antibiotici, iperico, modanafil o fenitoina

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di tumori, anomalie nei livelli di elettroliti nel sangue, pressione alta, colesterolo alto, problemi cardiovascolari, problemi ai reni o al fegato, disturbi ereditari, problemi ematologici e infezioni

in caso di dialisi

se si è fumatori

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante la cura e nelle 4 settimane successive alla sua interruzione, i pazienti non devono donare sangue, sperma o spermatozoi e devono evitare rapporti con donne incinte o che potrebbero rimanere incinte. Inoltre, le partner degli uomini in trattamento devono consultarsi col medico nel caso in cui restino incinte. Le donne in cura devono invece utilizzare opportuni strumenti contraccettivi al fine di evitare una gravidanza.

È sempre importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’utilizzo di lenalidomide.

Il trattamento può alterare le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi. Tale effetto avverso può essere aggravato dal consumo di alcol e dall’assunzione di alcuni medicinali.

Lesione del legamento crociato anteriore

Lesione del legamento crociato anteriore

 

Il legamento crociato anteriore è uno dei quattro legamenti più importanti del ginocchio.  Si incrocia, insieme al legamento crociato posteriore, al centro dell’articolazione. La sua funzione è quella di stabilizzare il ginocchio impedendo lo spostamento anteriore della tibia rispetto al femore.

Traumi distorsivi diretti o indiretti che causano rotazioni forzate o un’eccessiva estensione del ginocchio possono causarne la rottura totale o parziale. La lesione del LCA è uno dei traumi sportivi più comuni, in modo particolare nello sci e nel calcio.

 

Che cos’è il legamento crociato anteriore?

Il legamento crociato anteriore è un fascio di tessuto fibroso molto resistente, posto al centro dell’articolazione del ginocchio ed ha un ruolo fondamentale nel garantirne la stabilità sia nei movimenti di flesso-estensione che di rotazione. È costituito funzionalmente da due fasci, uno antero-mediale più voluminoso ed uno postero-laterale più piccolo.

 

Quali sono le cause della lesione del legamento crociato anteriore?

Esso può essere sottoposto a forti sollecitazioni meccaniche soprattutto durante l’attività sportiva e può andare incontro a rottura. Il meccanismo di lesione più frequente, è il movimento involontario di valgo-rotazione-esterna mentre il piede è fisso al suolo.

Gli sport in cui sono più frequenti questi meccanismi traumatici sono il calcio, lo sci e la pallacanestro. Gli incidenti stradali sono la seconda causa principale di lesione del legamento. L’entità e il tipo di lesione, sono correlati all’intensità del trauma per cui potremmo avere una lesione parziale o totale. Spesso si associano anche lesioni ad altre strutture come la cartilagine, i menischi o i legamenti collaterali.

 

Quali sono i sintomi della lesione del legamento crociato anteriore?

Quando avviene una lesione del legamento crociato anteriore il paziente sente il ginocchio cedere e ha la sensazione che qualcosa si sia rotto all’interno del suo ginocchio oppure che qualcosa sia andato fuori posto. I sintomi principali sono il dolore, il gonfiore e la difficoltà a muovere l’articolazione. Solitamente dolore e gonfiore si risolvono nel giro di 2 settimane circa dopo il riposo e l’utilizzo di ghiaccio e FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei)  mentre permane l’instabilità che non permette al paziente di ritornare alla pratica sportiva.

 

Prevenzione

La prevenzione delle lesioni da sport si ottiene ponendo particolare attenzione alla sicurezza durante lo svolgimento di attività sportive anche non agonistiche e mantenendo sempre un buon tono della muscolatura della gamba che funga da protezione per il ginocchio.

 

Diagnosi

Per la diagnosi il medico procede ad un esame dell’articolazione e di alcuni specifici test che consentono di valutare la lassità legamentosa del ginocchio. Tra gli esami usati vi sono:

-test di Lachman

-jerk test

-test del cassetto anteriore

A questo si aggiungono gli esami strumentali che includono:

-esame radiografico del ginocchio per valutare eventuali fratture o lesioni ossee associate

-risonanza magnetica per la valutazione delle lesioni legamentose e meniscali

 

Trattamenti

Una volta effettuata la diagnosi di lesione del legamento crociato anteriore la cura può essere conservativa o chirurgica. Inizialmente il medico potrà consigliare un periodo di riposo associato a terapie con farmaci antinfiammatori e l’applicazione di ghiaccio locale. La scelta corretta del trattamento dipende dalla valutazione di fattori come l’età del paziente, la richiesta funzionale e lo stile di vita.

In presenza di una lesione del legamento crociato anteriore è possibile svolgere le normali attività di vita quotidiana evitando tuttavia di praticare attività sportive ed in modo particolare sport da contatto e che richiedono cambi direzionali durante il movimento come il calcio, lo sci, il basket e la pallavolo. In caso di lesione parziale a volte è possibile evitare l’intervento facendo ginnastica di rinforzo dei muscoli della coscia.

Una lesione totale non riparata, invece, espone l’articolazione al rischio di nuove distorsioni che possono poi causare lesioni ai menischi o alla cartilagine e allo sviluppo di un’artrosi precoce. Per questo, il trattamento chirurgico viene proposta a tutti i pazienti giovani.

La chirurgia di riparazione del legamento crociato anteriore è una procedura usata molto frequentemente ed è finalizzata alla ricostruzione del legamento leso con un tessuto sostitutivo. Questo può essere un tendine prelevato dallo stesso paziente (innesto) o, più raramente un tessuto prelevato da un donatore di organi (trapianto).

Nel caso di innesto il tessuto prelevato può essere la porzione centrale del tendine rotuleo (che connette la rotula con la tibia), i tendini della zampa d’oca (gracili e semitendinosi) oppure la porzione centrale del tendine quadricipite.

L’intervento chirurgico, ormai eseguito con tecnica artroscopia, comprende quattro fasi:

-l’asportazione dei residui del legamento crociato anteriore danneggiato e la preparazione dell’alloggiamento del nuovo legamento

-la realizzazione di tunnel ossei nel femore e nella tibia per l’inserimento del nuovo legamento

-l’inserimento del nuovo legamento nell’articolazione

-la fissazione del neo-legamento

La tecnica artroscopica è una procedura mini-invasiva, che può essere eseguita in anestesia loco-regionale e che, mediante un apparecchio chiamato artroscopio, permette di visualizzare le strutture articolari del ginocchio.

La tecnica a cielo aperto non si utilizza più se non per riparare altre strutture del ginocchio come in caso di lussazione della rotula o di gravi lesioni della capsula articolare.

La riabilitazione è indispensabile per un recupero completo della funzionalità e dell’articolarità del ginocchio. Il programma riabilitativo può variare a seconda della tecnica chirurgica utilizzata e del tipo di procedure chirurgiche eseguite. Essa si basa comunque su esercizi che permettono un recupero completo della mobilità e del tono muscolare della gamba.

Lesione del legamento crociato posteriore

Lesione del legamento crociato posteriore

 

Il legamento crociato posteriore è strutturalmente il più grosso e il più robusto dei legamenti del ginocchio. Il nome deriva dalla sua inserzione sulla parte posteriore della tibia. Esso concorre con il legamento crociato anteriore alla stabilità dell’articolazione.

La lesione del legamento crociato posteriore (LCP) è molto più rara di quella del legamento crociato anteriore e spesso è causata da traumi sportivi o da incidenti automobilistici. Si verifica tipicamente in caso di impatto del ginocchio contro il cruscotto dell’auto durante un incidente stradale (trauma da cruscotto) e anche in molti sport di contatto.

 

Che cos’è il legamento crociato posteriore?

Il legamento crociato posteriore è un fascio di tessuto fibroso molto resistente, teso tra il femore e la tibia ed ha un ruolo fondamentale nel garantirne la stabilità del ginocchio impedendo la traslazione posteriore della tibia. È costituito funzionalmente da due fasci, uno antero-laterale ed uno postero-mediale.

 

Quali sono le cause della lesione del legamento crociato posteriore?

La lesione del legamento crociato posteriore è molto meno frequente di quella del legamento crociato anteriore e rappresenta circa il 10% di tutti i casi di lesione del ginocchio.

Il legamento si lesiona generalmente per traumi violenti (cosiddetti ad alta energia), frequenti durante incidenti stradali o per traumi meno violenti (a bassa energia), possibili anche durante la pratica sportiva. Generalmente è necessario un impatto molto forte sulla parte anteriore della tibia che può verificarsi durante la pratica di sport da contatto quali il rugby o l’hockey.

 

Quali sono i sintomi della lesione del legamento crociato posteriore?

I sintomi della lesione del legamento crociato posteriore sono importanti come quelli di una lesione del legamento crociato anteriore. Anche in questo caso è possibile avvertire una sensazione di rottura all’interno del ginocchio durante il trauma e si può presentare dolore e difficoltà a muovere il ginocchio, soprattutto in pendenza e nello scendere le scale. La lesione isolata del legamento crociato posteriore tuttavia non causa fenomeni di instabilità articolare.

 

Prevenzione della lesione del legamento crociato posteriore

La prevenzione delle lesioni da sport si ottiene ponendo particolare attenzione alla sicurezza quando si svolgono attività sportive anche non agonistiche e mantenendo sempre un buon tono trofismo della muscolatura della gamba che funga da protezione per il ginocchio.

 

Diagnosi

Per la diagnosi il medico procede ad un esame dell’articolazione e si avvale di alcuni specifici test che consentono di valutare la lassità legamentosa del ginocchio.

A questo si aggiungono gli esami strumentali che includono:

-esame radiografico del ginocchio per valutare eventuali fratture o lesioni ossee associate

-risonanza magnetica per la valutazione delle lesioni legamentose e meniscali

-TC per valutare eventuali lesioni ossee associate

 

Trattamenti

Il legamento crociato posteriore, contrariamente all’anteriore, ha una discreta capacità di guarire e sviluppare una “cicatrice” funzionalmente valida. In molti casi di lesione parziale un buon trattamento fisioterapico riesce efficacemente a ripristinare una buona funzionalità del ginocchio. Ad esso si associa spesso l’utilizzo di un tutore specifico che mantiene il ginocchio nella posizione più consona a favorire la guarigione.

L’intervento chirurgico è indicato quando la rottura è completa ed interferisce con la funzionalità del ginocchio oppure in caso di fallimento della terapia conservativa. Viene consigliato a tutti i pazienti giovani con lo scopo di prevenire una precoce usura (artrosi) e favorire un ritorno alla pratica sportiva.

La chirurgica di riparazione del legamento crociato posteriore è una procedura finalizzata alla ricostruzione del legamento leso con un tessuto sostitutivo. Questo può essere un tendine prelevato dallo stesso paziente (innesto) o, più raramente, un tessuto prelevato da un donatore di organi (trapianto).

Nel caso di innesto il tessuto prelevato può essere la porzione centrale del tendine rotuleo (che connette la rotula con la tibia), i tendini della zampa d’oca (gracile e semitendinosi) oppure la porzione centrale del tendine quadricipite.

L’intervento chirurgico, ormai eseguito con tecnica artroscopia, comprende quattro fasi:

-l’asportazione dei residui del legamento crociato posteriore danneggiato e la preparazione dell’alloggiamento del nuovo legamento

-la realizzazione di tunnel ossei nel femore e nella tibia per l’inserimento del nuovo legamento

-l’inserimento del nuovo legamento nell’articolazione

-la fissazione del  nuovo legamento

La tecnica artroscopica è una procedura mini-invasiva, che può essere eseguita in anestesia loco-regionale e che, mediante un apparecchio chiamato artroscopio, permette di visualizzare le strutture articolari del ginocchio.

La tecnica a cielo aperto non si utilizza più se non per riparare altre strutture del ginocchio lesionate, come in caso di lussazione della rotula o di gravi lesioni della capsula articolare.

La riabilitazione è indispensabile per un recupero completo della funzionalità e dell’articolarità del ginocchio. Il programma riabilitativo può variare a seconda della tecnica chirurgica utilizzata e del tipo di procedure chirurgiche eseguite. Essa si basa comunque su specifici esercizi che permettono un recupero completo della mobilità e del tono trofismo muscolare della gamba.

 

Lesioni epiteliali benigne

Lesioni epiteliali benigne

 

Le palpebre possono subire vari tipi di lesioni che originate nei vari strati dell’epidermide. Le forme più comuni sono: il papilloma squamoso, la cheratosi seborroica, la cheratosi attinica, il corno cutaneo, il cheratoacantoma. Queste lesioni possono essere associate o meno a neoplasie benigne. Occorre dunque una stretta osservazione dell’origine di tali lesioni e del loro sviluppo.

 

Che cosa sono le lesioni epiteliali benigne?

Il papilloma squamoso è la lesione palpebrale benigna più frequente. Può essere di due tipologie: lesione singola o lesione multipla. Entrambe queste due lesioni vanno localizzate solitamente in vicinanza del margine palpebrale.

 

La cheratosi seborroica, altrimenti nota anche come verruca senile, è un’altra lesione molto frequente. Appare come una formazione di squame singole o multiple grasse in genere peduncolate di colore scuro.

 

La cheratosi attinica, detta anche cheratosi senile o cheratosi solare, è una lesione precancerosa che raramente si sviluppa al terzo superiore del volto. Colpisce in genere individui anziani, di pelle chiara e che con un’esposizione solare indiscriminata.

 

Il corno cutaneo è un’evoluzione di altre lesioni sottostanti quali ad esempio la cheratosi, il carcinoma basocellulare, il carcinoma squamocellulare e altri tumori dell’epidermide. Si presenta come un prominenza di cheratina addensata.

 

Il cheratoacantoma si presenta come un nodulo solitario. Si sviluppa in modo rapido nelle regioni del viso più esposte alla luce. Nell’arco di alcune settimane termina il suo ciclo di sviluppo e generalmente svanisce spontaneamente in un periodo di sei mesi lasciando una cicatrice.

 

Quali sono i sintomi delle lesioni epiteliali benigne?

Le lesioni epiteliali benigne sono solitamente asintomatiche.

 

Diagnosi

Per diagnosticare le lesioni epiteliali benigne è richiesta una visita oculistica.

In caso di sospetta neoplasia maligna, il paziente è sottoposto ad imaging radiologico e successivo consulto multidisciplinare.

 

Trattamenti

Per trattare una lesione epiteliali benigna si sottopone il paziente ad intervento di rimozione chirurgica e successivo esame istologico.

 

Prevenzione

È necessario proteggere adeguatamente il volto e gli occhi dai fattori di rischio, riducendo quindi l’esposizione ai raggi solari e sottoponendosi a visite specialistiche periodiche e tempestive in caso di anomalie.

Lesioni meniscali

Lesioni meniscali

 

I menischi sono 2 cuscinetti di fibrocartilagine a forma di C presenti nel ginocchio. Essi si interpongono tra femore e tibia e fungono da ammortizzatori dell’articolazione. Le lesioni meniscali sono piuttosto frequenti, colpiscono soggetti di qualsiasi età e possono essere di origine traumatica, come conseguenza di un trauma o una distorsione, di origine degenerativa oppure correlate a malformazioni congenite (come ad esempio menisco discoide).

 

Cosa sono i menischi?

I menischi sono degli elementi di fibro-cartilagine con forma simile a una “C” inseriti tra le due ossa del femore e della tibia. La loro principale funzione è quella di assorbire gli urti a cui il ginocchio è sottoposto ogni giorno permettendo una migliore distribuzione dei carichi sulla cartilagine articolare e una corretta meccanica di movimento.

 

Quali sono le cause della lesione del menisco?

La lesione del menisco è la più comune lesione del ginocchio. Essa infatti può avvenire a causa di un processo degenerativo, in caso di lavori che obbligano in maniera eccessiva a una certa posizione oppure in seguito a traumi di varia origine, tra cui quelli di tipo sportivo.

 

Quali sono i sintomi della lesione del menisco?

Il sintomo più caratteristico è il dolore associato, o meno, al rigonfiamento dell’articolazione. Spesso è possibile avere dei blocchi articolari con impossibilità a flettere o estendere il ginocchio a causa di frammenti di menisco lesionato che interferiscono con la normale mobilità.

Il dolore può poi causare perdita di forza del quadricipite e limitazioni funzionale.

 

Diagnosi

Per la diagnosi il medico procede ad un esame dell’articolazione e di alcuni specifici test che consentono di valutare l’integrità o meno dei menischi. Tra gli esami più usati:

-test di Appley

-test di McMurray

-palpazione della rima articolare

A questo si aggiungono gli esami strumentali che includono:

-l’esame radiografico del ginocchio per valutare eventuali fratture o lesioni ossee associate

-la risonanza magnetica rappresenta l’esame strumentale avanzato più idoneo per la diagnosi e per la valutazione delle lesioni legamentose e catilaginee

 

Prevenzione delle lesioni del menisco

La prevenzione delle lesioni traumatiche si ottiene ponendo particolare attenzione alla sicurezza quando si svolgono attività sportive anche non agonistiche e mantenendo sempre un buon tono della muscolatura della gamba che funga da protezione per il ginocchio. Può essere utile correggere fattori predisponenti come le deviazioni dell’asse della gamba, come il ginocchio varo (gambe a O) e il ginocchio valgo (gambe a X) o eventuali lesioni legamentose. Nel caso di lesioni degenerative è necessario evitare il sovrappeso con una dieta equilibrata associata a regolare attività fisica.

 

Trattamenti

Il trattamento conservativo solitamente è indicato come prima linea di trattamento soprattutto in caso di lesioni meniscali di tipo degenerativo in pazienti di non più giovane età. I trattamenti consistono in:

-riposo

-ghiaccio locale

-FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei)

-fisioterapia

-terapie fisiche

Se il trattamento conservativo fallisce oppure in caso di giovane età del paziente, di blocco articolare o di lesione traumatica è necessario intervenire chirurgicamente. Se possibile la lesione meniscale viene suturata, ma purtroppo molto spesso è necessario rimuovere la parte di menisco lesionata. L’intervento viene eseguito con tecnica artroscopica mediante l’esecuzione di due piccole incisioni nel ginocchio attraverso cui è possibile far entrare un apparecchio chiamato artroscopio, che permette di visualizzare le strutture articolari del ginocchio e gli strumenti usati per rimuovere o suturare il menisco.

La tecnica a cielo aperto non si utilizza più se non per riparare altre strutture del ginocchio lesionate come in caso di lussazione della rotula o di gravi lesioni della capsula articolare.

La riabilitazione è indispensabile per un recupero completo della funzionalità e dell’articolarità del ginocchio. Il programma riabilitativo si basa su specifici esercizi che permettono un recupero completo della mobilità e del tono muscolare della coscia.

 

Letrozolo

Letrozolo

 

Viene prescritto nel trattamento di tumori al seno in fase precoce; ciò nei confronti di donne che sono in trattamento con tamoxifene da cinque anni, soggetti in post menopausa che hanno già affrontato altri trattamenti (ad esempio radioterapia o asportazione chirurgica della massa tumorale) o il cui tumore ha già metastatizzato o è peggiorato durante il trattamento con tamoxifene.

 

Che cos’è il letrozolo?

Esso diminuisce la quantità di ormoni estrogeni prodotti dall’organismo; in tal modo può contribuire a bloccare la crescita di alcune forme di tumore al seno le cui cellule necessitano di questi ormoni per proliferare.

 

Come si assume il letrozolo?

Si somministra via bocca sotto forma di compresse da assumere, in genere, una volta al giorno.

 

Effetti collaterali del letrozolo

Fra i possibili suoi effetti indesiderati si possono includere:

male allo stomaco

variazioni di peso corporeo

dolori muscolari, articolari o alle ossa

eccessiva stanchezza

mal di testa

capogiri

stato di debolezza

gonfiore a mani, piedi, caviglie o polpacci

vampate di calore

sudorazioni notturne

senso di nausea

conati di vomito

calo dell’appetito

stato di costipazione

scariche di diarrea

bruciori allo stomaco

stato d’insonnia

irritazioni o perdite a livello vaginale

dolore al seno

perdita dei capelli

appannamento della vista

 

È opportuno contattare immediatamente un medico in caso di:

lividi o emorragie

dolore alla parte destra alta dello stomaco

ittero

sintomi simil-influenzali

dolore, riscaldamento o pesantezza alla schiena o ai polpacci

forte mal di testa

problemi improvvisi a parlare

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

improvvisa debolezza o intorpidimento di un braccio o di una gamba

 

Controindicazioni e avvertenze

Il letrozolo dovrebbe essere assunto solo dopo la menopausa o se non si possono avere figli.

Prima della cura è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci, ad altre sostanze o ad alimenti

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare farmaci contenenti raloxifene, estrogeni e tamoxifene)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di osteoporosi, colesterolo alto o malattie epatiche

in caso di donne gravide in fase di allattamento

La cura può durare anche diversi anni e non deve mai essere interrotto senza il benestare del medico.

L’assunzione di letrozolo può influenzare le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi.

Leuprolide

Leuprolide

 

S’impiega principalmente per trattare i sintomi del tumore alla prostata, ma può essere somministrata ad altri scopi anche alle donne.

 

Che cos’è la leuprolide?

Stimolando la sovrapproduzione di alcuni ormoni, questo farmaco arresta temporaneamente la sintesi del testosterone (negli uomini) e degli estrogeni (nelle donne).

 

Come si assume la leuprolide?

Può somministrarsi mediante iniezioni o impianto sottocutaneo.

 

Effetti collaterali della leuprolide

Può interagire con l’ovulazione, ma durante il trattamento è comunque possibile rimanere incinte. Il farmaco interferisce altresì con l’azione dei contraccettivi ormonali.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

prurito o perdite a livello vaginale

emorragie (nelle bambine nella prima settimana di trattamento)

gonfiore diffuso

aumento di peso corporeo

minzione problematica

riduzione della dimensione dei testicoli

sbalzi d’umore

vampate di a calore

sudorazioni

acne

rash

prurito

mal di testa

dolori (articolari, alla schiena o generalizzati)

sintomi di un’influenza o di un raffreddore

stato di debolezza

sensazione di stanchezza

difficoltà a respirare

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

gonfiore

rapido aumento di peso corporeo

conati di vomito

stato di confusione

rallentamento del battito

polso debole

svenimenti

rallentamento del respiro

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

dolore a livello osseo

problemi nei movimenti

arrossamenti o fastidi al punto di iniezione

dolore o sensazioni insolite alla schiena

intorpidimenti, debolezza o formicolii a piedi o gambe

debolezza a livello muscolare

incapacità di utilizzare i muscoli

perdita del controllo dell’intestino o della vescica

problemi al fegato

improvviso dolore o fastidio al petto

respiro sibilante

tossa secca

minzione dolorosa o difficoltosa

sete o minzione in aumento

sensazione di fame

fauci secche

alito che sa di frutta

sensazione di sonnolenza

cute secca

sintomi di un infarto

sintomi di un ictus

dolore diffuso

bruciore

lividi

 

Controindicazioni e avvertenze

Non deve essere assunta durante la gravidanza e l’allattamento. Potrebbe essere anche controindicata in caso di emorragie vaginali anomale; alcune formulazioni non sono indicate per la somministrazione a donne e bambini.

Prima del trattamento è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare istrelina, nafarelin e più in generale antibiotici, farmaci antitumorali, buserelina, goserelina, antidepressivi e psicofarmaci)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di anomalie nei livelli di elettroliti nel sangue, epilessia, asma, emicrania, malattie renali, depressione, emorragie vaginali anomale, fattori di rischio per l’osteoporosi, diabete, pressione alta, colesterolo alto, malattie cardiache, scompenso cardiaco congestizio, sindrome del QT lungo, tumori alla colonna vertebrale, sangue nelle urine e difficoltà di minzione

in caso di recente aumento di peso corporeo

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Levocarnitina

Levocarnitina

 

Si prescrive per trattare le carenze di carnitina o nei confronti di pazienti con problemi metabolici che possono portare alla riduzione dei livelli di questa molecola.

 

Che cos’è la levocarnitina?

Il farmaco esplica la su azione supplendo a carenze di carnitina dovute a una sintesi insufficiente da parte dell’organismo.

 

Come si assume la levocarnitina?

Può somministrarsi via bocca o mediante infusione in vena.

 

Effetti collaterali della levocarnitina

Fra i suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

cattivo sapore in bocca

scariche di diarrea

lieve debolezza a livello muscolare

senso di nausea

crampi allo stomaco

cattivi odori

conati di vomito

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

sintomi convulsivi

 

Controindicazioni e avvertenze

A cura in corso non bisogna assumere prodotti contenenti D,L-carnitina (vitamina BT) senza previo consulto medico.

Prima dell’assunzione è inoltre importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno assumendo o che si sono assunti in passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi renali o convulsioni

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Levofloxacina

Levofloxacina

 

S’impiega per trattare alcune infezioni batteriche (per esempio polmoniti, bronchiti croniche e sinusiti, infezioni della pelle, della prostata, renali e delle vie urinarie) e per prevenire l’antrace, la diarrea del viaggiatore e la peste.

Viene talvolta utilizzata anche per trattare malattie sessualmente trasmesse, endocarditi e tubercolosi.

 

Che cos’è la levofloxacina?

Il farmaco uccide i batteri sensibili alla sua azione, inibendo la replicazione e la trascrizione del loro DNA.

 

Come si assume la levofloxacina?

Si somministra via bocca, di solito una volta al giorno.

 

Effetti collaterali della levofloxacina

Può aumentare la sensibilità ai raggi solari e agli ultravioletti. Può anche causare danni ai nervi, talvolta permanenti.

Nei bambini potrebbe determinare problemi a ossa, articolazioni e tessuti attorno alle articolazioni.

Fra gli altri suoi possibili effetti collaterali sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

scariche di diarrea

male allo stomaco

stato di costipazione

bruciori di stomaco

mal di testa

prurito o perdite vaginali

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

epidermide con vesciche o che si desquama

stato febbrile

svenimenti

perdita di coscienza

ittero

urine scure

minzione ridotta

raucedine

difficoltà a deglutire

battito accelerato

sintomi convulsivi

lividi o emorragie

dolori a livello muscolare o articolare

forte diarrea

capogiri

stato di confusione

nervosismo

stato di irrequietezza

stato d’ansia

sensazione che gli altri vogliano fare del male

insonnie notturne

incubi o sogni strani

allucinazioni

sintomi depressivi

tremori vari

istinti al suicidio

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicata in presenza di alcuni problemi cardiaci e bassi livelli sanguinei di potassio.

In caso di trattamento con didanosina, sucralfato o integratori di vitamine o minerali contenenti ferro o zinco, antiacidi a base di idrossido di alluminio o di magnesio, è bene assumerli due ore prima/dopo la levofloxacina.

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare ad altri antibiotici), ad alimenti o ad altre sostanze.

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare anticoagulanti, antidepressivi, farmaci contro irregolarità del battito cardiaco, Fans, tacrolimus, antipsicotici, ciclosporina, diuretici, insulina e antidiabetici orali e teofillina)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di prolungamento dell’intervallo QT, arteriosclerosi cerebrale, convulsioni, dolori al petto, malattie epatiche, irregolarità del battito cardiaco, problemi ai nervi, potassio basso nel sangue e battito cardiaco rallentato

in presenza di anamnesi familiare con casi di prolungamento dell’intervallo QT o di battito cardiaco irregolare

in caso di donne gravide o in fase di allattamento.

La levofloxacina può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi.

Lofexidina

Lofexidina

 

Viene prescritta al fine di ridurre i sintomi di astinenza – per esempio sudorazioni, crampi allo stomaco, brividi, dolori muscolari, disturbi del sonno e naso che cola – durante la disintossicazione da oppiacei (ad esempio eroina o morfina). Trova anche impiego nella cura a breve termine dell’ipertensione.

 

Che cos’è la lofexidina?

Il farmaco esplica la sua azione agisce interagendo con i recettori alfa2-adrenergici.

 

Come si assume la lofexidina?

Viene di solito somministrata per via orale. Può essere assunta o da sola o in combinazione con altri farmaci (in particolare metadone o buprenorfina).

Un ciclo di trattamento a base di lofexidina dura di solito dai 7 ai 10 giorni.

 

Effetti collaterali della lofexidina

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

capogiri

sensazione di sonnolenza

fauci secche

gola secca

battito rallentato

 

È importante rivolgersi immediatamente ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di battito rallentato, bassa pressione, problemi renali, depressione

in caso di ictus o attacco ischemico transitorio

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Il trattamento non deve essere mai interrotto improvvisamente perché ciò determinerebbe un rischio di aumento improvviso della pressione sanguigna.

È sempre importante far sapere medici, chirurghi o dentisti dell’assunzione di lofexidina.

Lopinavir

Lopinavir

 

Si utilizza nel trattamento dell’infezione da HIV.

 

Che cos’è il lopinavir?

Inibisce la proteasi dell’HIV. E ostacola – in tal modo – la produzione di particelle virali infettive.

 

Come si assume il lopinavir?

Si somministra via bocca in combinazione con altri inibitori della proteasi dell’HIV (in particolare con il ritonavir).

Il farmaco non ha difatti una biodisponibilità sufficiente per risultare efficace quando viene assunto da solo, ma i suoi livelli ematici aumentano in modo significativo quando viene somministrato in combinazione con il ritonavir.

 

Effetti collaterali del lopinavir

L’assunzione combinata di lopinavir e ritonavir può modificare l’accumulo di tessuto adiposo, aumentare gli zuccheri nel sangue, scatenare una necrolisi epidermica tossica o gravi problemi epatici, incrementare la reattività del sistema immunitario, e, nel caso dei bambini, provocare cambiamenti di peso. E’ altresì possibile che il trattamento riduca l’efficacia dei contraccettivi a base ormonale e che aumenti le emorragie nei pazienti affetti da emofilia.

Fra gli altri possibili effetti indesiderati della combinazione lopinavir/ritonavir si possono includere:

male alla schiena

senso di nausea

male allo stomaco

sensazione di stanchezza

conati di vomito

sensazione di debolezza

scariche di diarrea

mal di testa

dolori a livello muscolare o articolare

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

febbre, brividi o mal di gola

perdita di coscienza

senso di nausea o conati di vomito forti o persistenti

sintomi di problemi al fegato

sintomi di pancreatite

emorragie o lividi

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

capogiri o sensazione di testa leggera

svenimenti

battito accelerato o irregolare

 

Controindicazioni e avvertenze

L’assunzione della combinazione lopinavir/ritonavir potrebbe essere sconsigliata in caso di sindrome congenita del QT lungo, triazolam, iperico, sildenafil (se assunto contro l’ipertensione polmonare), bassi livelli ematici di potassio o assunzione di alfusozina, avanafil, boceprevir, cisapride, diidroergotamina, ergotamina, lovastatiba, metilergonovina, midazolam, pimozide, rifampicina, rivaroxaban, salmeterolo, simvastatina, telaprevir, colchicina (in presenza di problemi renali o epatici) o qualsiasi farmaco che potrebbe aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT.

Prima di assumerlo è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare al ritonavir), ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, in particolare altri inibitori della proteasi dell’HIV, farmaci che possono aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT e contraccettivi ormonali

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi renali, epatici, pancreatici o cardiovascolari, battito cardiaco irregolare, colesterolo o trigliceridi alti, emofilia o altri disturbi emorragici, , diabete, iperglicemia o livelli ematici di potassio o magnesio bassi

in caso di anamnesi familiare con casi di battito irregolare

in caso di donne gravide o in fase di allattamento al seno

È sempre importante far sapere a medici, chirurghi o dentisti dell’assunzione di lopinavir.

Lornoxicam

Lornoxicam

 

Viene impiegato – in particolar modo – nel trattamento dell’artrosi, della spondilite anchilosante, dell’artrite reumatoide e, in generale, del dolore.

 

Che cos’è il lornoxicam?

Il farmaco agisce inibendo la sintesi delle prostaglandine, molecole coinvolte nei processi infiammatori. Si tratta di un farmaco antinfiammatorio non steroideo (Fans).

 

Come si assume il lornoxicam?

Può somministrarsi per via orale (tramite iniezioni intramuscolari o attraverso infusioni in vena).

 

Effetti collaterali del lornoxicam

Può causare , trombocitopenia, leucopenia, ipertensione, anemia, palpitazioni e reazioni cutanee.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

fauci secche

dispepsia

ipotensione

sintomi depressivi

tosse

senso di nausea

conati di vomito

rinite

capogiri

vertigini

mal di testa

stato di agitazione

crampi alle gambe

stato di nervosismo

flatulenza

sensazione di sonnolenza

scariche di diarrea

mialgia

tachicardia

stato di costipazione

insonnie notturne

stato di nervosismo

acufeni

dolori a livello addominale

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza, oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

 

Controindicazioni e avvertenze

E’ controindicato in caso di ipovolemia, ulcera peptica, gravidanza, allattamento, insufficienza cardiaca, emorragie gastrointestinali o cerebrovascolari, gravi problemi renali o epatici e disidratazione. Non deve essere inoltre somministrato ai neonati e a bambini in età pediatrica.

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in pregresso

se si soffre (o si è sofferto in passato) di problemi renali, convulsioni oppure ulcere o emorragie gastrointestinali

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Luccio

Luccio

 

Che cos’è il luccio?

Il luccio (Esox lucius) è un pesce che appartiene alla famiglia delle Esocidae. Si tratta di una specie autoctona, diffusa nella maggior parte dell’Europa (in particolare nelle regioni settentrionali e nord-orientali).

 

Che proprietà nutrizionali ha il luccio?

100 g di luccio (parte edibile, a crudo) apportano 81 Calorie suddivise all’incirca in 93% di proteine e 7% di lipidi

In particolare, in 100 grammi di luccio sono presenti circa:

18,7 g di proteine

0,6 g di lipidi

0,1 g di zuccheri disponibili

39 mg di colesterolo

tracce di vitamina C

1,7 mg di niacina

0,09 mg di tiamina

0,07 mg di riboflavina

6 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

250 mg di potassio

220 mg di fosforo

20 mg di calcio

63 mg di sodio

1,1 mg di ferro

 

Possibili effetti collaterali del luccio

Non si ha evidenza di possibili interferenze tra il consumo di luccio e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Possibili benefici e controindicazioni del luccio

Il luccio è un pesce che contiene una piccola quantità di acidi grassi saturi, un tipo di lipidi considerato pericoloso per la salute cardiovascolare: secondo le Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi del Ministero della Salute, infatti, non dovrebbe essere assunto in quantità superiori al 10% delle calorie introdotte quotidianamente con il cibo. Il luccio, inoltre, è una buona fonte di proteine di qualità elevata, di niacina e di minerali. Fra i minerali contenuti in questo pesce ci sono il potassio, che aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la pressione, e il fosforo, che è molto importante per la salute di ossa e denti, ma anche di reni, muscoli e cuore, del metabolismo e della trasmissione dell’impulso nervoso.

Purtroppo, però, il consumo di luccio comporta anche un’assunzione di colesterolo non trascurabile, per cui è necessario tenerne conto per rispettare il limite di assunzione massima indicato dalle Linee Guida per la Prevenzione dell’Aterosclerosi (300 mg/die per gli adulti sani o 200 mg/die in presenza di problemi cardiovascolari).

 

Periodo di reperibilità del luccio

A seconda della Regione, i periodi in cui la pesca del luccio viene consentita sono diversi. In Lombardia è vietata dall’1 febbraio al 31 marzo, in Piemonte dal 15 febbraio al 15 marzo, in Veneto dall’1 gennaio al 31 marzo, in Trentino Alto Adige dal 15 febbraio al 15 marzo e in Emilia-Romagna dal 15 dicembre al 15 maggio.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Lupini

Lupini

 

Che cosa sono i lupini?

I lupini sono i legumi prodotti dal Lupinus albus, una specie che appartiene alla famiglia delle Fabaceae. La pianta, nota fin dai tempi antichi, ha origine nei paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. In Italia viene coltivata soprattutto in Calabria, Puglia, Lazio e Campania.

 

Che proprietà nutrizionali hanno i lupini?

100 g di lupini apportano circa 114 Calorie, suddivise in 58% di proteine, 23% di carboidrati, 19% di lipidi

In particolare, 100 g di lupini apportano:

6,4 g di proteine

2,4 g di lipidi

7,1 g di carboidrati

6 g di amido

5,5 mg di ferro

45 mg di calcio

100 mg di fosforo

0,1 mg di tiamina

0,01 mg di riboflavina

0,2 mg di niacina

 

Possibili effetti collaterali dei lupini

Non si ha evidenza di possibili interferenze tra il consumo di lupini e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.

 

Stagionalità dei lupini

La semina dei lupini avviene in autunno, tra ottobre e novembre, ma la loro maturazione si ottiene nel periodo tra giugno e luglio.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei lupini

I lupini sono consigliati per l’alimentazione di vegetariani e celiaci per l’elevato contenuto proteico e l’assenza di glutine. Anche coloro che sono affetti dal diabete potrebbero beneficiarne, in quanto sono caratterizzati da un basso indice glicemico. Inoltre, grazie ad alcune ricerche si è dimostrato che i lupini sono in grado di combattere l’accumulo di glucosio nel sangue. In virtù della presenza di steroli vegetali, questi legumi possono ridurre anche i livelli di colesterolo “cattivo” (Ldl). In più, possono venire utilizzati all’interno di un regime alimentare mirato a perdere peso: contribuiscono, infatti, a controllare il senso di fame e l’introito di cibo. Infine, contribuiscono a contrastare la stitichezza, rendendo più celere il transito intestinale del cibo.

Un consumo eccessivo di lupini può avere un effetto lassativo. Inoltre, questi alimenti non dovrebbero essere consumati da chi soffre di allergia ad arachidi, lenticchie e fagioli. Infine, è necessario prestare attenzione al loro sapore: se fosse molto amaro, potrebbe indicare che gli alcaloidi che vi sono presenti potrebbero non essere stati rimossi, quindi non bisogna mangiarli. L’ingestione potrebbe, quindi, causare una sorta di avvelenamento i cui sintomi sarebbero febbre, stati confusionali, vertigini e aumento della pressione sanguigna.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Lussazione

Lussazione

 

Il termine lussazione deriva dal latino luxus e significa “andato fuori posto, slogato”. Si parla di lussazione quando, all’interno di una articolazione, i capi articolari si spostano dalla loro posizione fisiologica. La lussazione è  completa quando le superfici dei capi articolari interessati dall’infortunio arrivano a non toccarsi più, mentre si definisce incompleta quando tra le superfici articolari viene mantenuto un rapporto di contatto. Le lussazioni possono essere classificate in base alla loro causa e  possono quindi essere traumatiche, congenite e patologiche.

 

Che cos’è la lussazione?

La lussazione può interessare tutte le articolazioni, ma quelle più frequentemente interessate sono la spalla e le dita, seguite da gomito, ginocchia e fianchi.

 

Quali sono le cause della lussazione?

Le lussazioni più frequenti sono quelle causate da traumi. L’origine del trauma può essere dovuta a:

pratica sportiva: contatto fisico (durante l’esecuzione di sport come calcio, rugby e pallacanestro), cadute (durante la pratica di sport come pallavolo, sci, ginnastica). Le lussazioni alle dita sono molto frequenti soprattutto in sport come pallavolo e pallacanestro.

incidenti: cadute in bicicletta e moto o incidenti automobilistici possono provocare questo tipo di infortunio

Le lussazioni congenite generalmente sono causate da malformazioni dei capi articolari che si manifestano nei bambini alla nascita o in epoca neonatale (la più conosciuta è la lussazione congenita dell’anca).

Le lussazioni patologiche comprendono invece tutte le forme di alterazioni dei rapporti articolari causate da altre patologie.

 

Quali sono i sintomi della lussazione?

Un’articolazione lussata generalmente è caratterizzata dalla seguente sintomatologia:

-è visibilmente deformata

-appare gonfia e calda

-provoca dolore intenso

 

Come prevenire la lussazione?

Alcuni consigli per prevenire una lussazione sono:

-fare sport in modo sicuro, indossando il giusto equipaggiamento protettivo soprattutto nel caso degli sport da contatto

-evitare il ripetersi della lussazione: una volta che l’articolazione si è lussata, può risultare maggiormente suscettibile a lussazioni future. È importante, per evitare il ripetersi dell’infortunio e potenziare l’articolazione, svolgere gli appositi esercizi di resistenza e stabilità consigliati dal fisiatra o dal fisioterapista.

Lussazione della spalla

Lussazione della spalla

 

La lussazione della spalla si verifica quando la testa dell’omero non si trova più a contatto con la cavità glenoidea (il punto in cui si articola con la scapola).

 

Che cos’è la lussazione della spalla?

La lussazione della spalla può essere anteriore (più comune) oppure posteriore. Si tratta di una situazione piuttosto dolorosa che limita in parte o del tutto i movimenti.

 

Quali sono le cause della lussazione della spalla?

La lussazione della spalla avviene in conseguenza di un evento traumatico o, molto più raramente, di una patologia degenerativa. In ogni caso, si tratta di una condizione che tende a ripresentarsi sempre più frequentemente, in quanto le strutture deputate alla stabilità della spalla (capsula e legamenti) tendono a rompersi e/o allungarsi progressivamente in seguito agli episodi di lussazione.

 

Quali sono i sintomi della lussazione alla spalla?

La lussazione della spalla è un infortunio piuttosto doloroso ed è facilmente riconoscibile dal fatto che la spalla è molto dolorante ed è impossibile per il paziente l’esecuzione di alcun movimento. Inoltre, la testa dell’omero si può riconoscere alla palpazione come “scivolata” sotto l’ascella (lussazione anteriore) o dietro di essa (lussazione posteriore).

La lussazione della spalla può comportare alcune complicazioni vascolari e a livello di nervi. Per questo motivo è bene, in caso di lussazione, farsi visitare tempestivamente da un medico, muovere l’articolazione il meno possibile e applicare ghiaccio per ridurre la componente infiammatoria presente.

 

Esistono dei fattori di rischio per la lussazione della spalla?

Alcuni tipi di attività sportiva sollecitano particolarmente l’articolazione fra scapola e omero o la espongono a una maggiore probabilità di eventi traumatici. Anche le cadute e gli incidenti stradali sono fra le cause più comuni di lussazione della spalla. Infine, alcune persone nascono naturalmente con tendini e strutture capsulo-legamentose meno rigide, che li predispongono alle lussazioni.

 

In che modo si può prevenire la lussazione della spalla?

L’unico modo per diminuire le possibilità di incorrere in una lussazione della spalla è fare attenzione alle cadute e cercare di indossare adeguate protezioni se si praticano sport di contatto o attività lavorative che comportano questo rischio.

 

Diagnosi

Una lussazione della spalla è normalmente facile da riscontrare attraverso l’esame fisico del paziente. Talvolta, il medico prescrive una radiografia o una risonanza magnetica di controllo per escludere la presenza contemporanea di fratture o lacerazioni tendinee.

 

Trattamenti

La riduzione della lussazione è una procedura standard nella quale il medico cerca di riportare la testa dell’omero nella sua posizione normale, a contatto con la cavità glenoidea. Questa procedura può essere effettuata in anestesia ed è meglio ridurre la lussazione il prima possibile per ridurre i danni che il dislocamento comporta a strutture vascolari e nervose.

A seconda dell’intensità del dolore (che di norma migliora dopo la riduzione) il medico prescrive una terapia conservativa con farmaci antidolorifici per rilassare i muscoli e l’immobilizzazione dell’articolazione, per permettere un’eventuale guarigione delle strutture lesionate.

Dopo un periodo di immobilizzazione con un tutore si procede con un percorso di riabilitazione per ottenere un recupero articolare completo e un successivo rinforzo delle strutture muscolari che coadiuvano la stabilità della spalla.

Nel caso di persistenza dell’instabilità articolare con episodi sempre più frequenti di lussazione va presa in considerazione la possibilità di sottoporsi a un intervento chirurgico per “stabilizzare” l’articolazione.

L’intervento può essere eseguito in artroscopia se il danno è limitato alle “parti molli”: capsula e legamenti o a “cielo aperto” se al danno capsulo-legamentoso fosse associato un deficit osseo o omerale o scapolare.

 

In entrambi i casi al gesto chirurgico va seguito un lungo periodo riabilitativo composto di:

Prima fase: immobilizzazione del braccio per circa 4 settimane, per permettere al tessuto muscolare di ripararsi.

Seconda fase: fisioterapia assistita, per recuperare il movimento dell’articolazione (circa 4-8 settimane).

Terza fase: rinforzo della muscolatura attraverso l’esercizio fisico assistito e no (circa 8 settimane).

 

Lutropina alfa

Lutropina alfa

 

Si prescrive a donne con problemi di fertilità al fine di stimolare l’ovulazione.

 

Che cos’è la lutropina alfa?

Essa agisce come l’ormone luteinizzante, stimolando la produzione dell’estradiolo e promuovendo quindi l’ovulazione.

 

Come si assume la lutropina alfa?

Di solito si somministra mediante iniezioni sottocutanee.

 

Effetti collaterali della lutropina alfa

Il trattamento con talee medicinale può essere associato a gravidanze multiple

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

stato di costipazione

scariche di diarrea

meteorismo

mal di testa

senso di nausea

sensazione di stanchezza

arrossamenti, dolore o gonfiori al punto di iniezione

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

dolore o gonfiore allo stomaco

ingiustificato aumento di peso

dolore al seno

ridotta minzione

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

forte dolore pelvico

nausea, vomito o diarrea forti o persistenti

fiato corto

dolore, sensibilità, arrossamenti o gonfiori alle gambe

 

Controindicazioni e avvertenze

Il suo utilizzo può essere controindicato in presenza di masse a livello del cervello, emorragie dall’utero di causa ignota, tumori agli organi o alle vie riproduttive, tumori dipendenti da estrogeni, alcuni problemi alle ovaie, disturbi non controllati della tiroide o al surrene. Non deve inoltre essere somministrata durante la gravidanza.

Prima dell’assunzione è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi alla tiroide o al surrene, emorragie vaginali, sindrome da iperstimolazione ovarica o tumori

in caso di donne gravide o in fase di allattamento