Sisomicina

Sisomicina

 

Di solito, la Sisomicina viene consigliata per curare congiuntiviti, cheratiti o blefariti, però si può usare anche per trattare altre infezioni batteriche.

 

Che cos’è la Sisomicina?

Si tratta di un amino glicoside. Questa tipologia di antibiotici opera bloccando la sintesi di proteine da parte dei batteri, provocando così il decesso dei microbi.

 

Come si prende la Sisomicina?

la Sisomicina si può assumere in forma di gocce oftalmiche o di crema ad utilizzo topico. Negli adulti, la posologia prevede di solito la somministrazione di 2 o 3 dosi.

In certe situazioni si può somministrare anche mediante iniezioni intramuscolari.

 

Effetti collaterali della Sisomicina

Tra gli eventuali effetti collaterali della Sisomicina troviamo anche:

diarrea

nausea

vomito

arrossamenti e dolori sulla zona di iniezione

capogiri

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

disturbi all’udito

fastidi renali

disturbi nervosi

 

Avvertenze

Prima di prendere sisomicina è fondamentale avvertire il dottore:

allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo

nel caso in cui si soffra (o si abbia sofferto) di disturbi di salute specifici

in presenza di gravidanza o allattamento al seno

Sistema di navigazione magnetica remota niobe stereotaxis

Sistema di navigazione magnetica remota niobe stereotaxis

 

Si tratta di una tecnologia che permette il trattamento di aritmie cardiache con un elevato grado di efficienza, sicurezza e precisione. Utilizzando un software, il medico guida due magneti posizionati vicino al paziente; questi, a loro volta, direzionano un catetere all’interno del cuore del paziente.

Che cos’è la stereotaxis?

Rappresenta un sistema all’avanguardia che consente ai medici di eseguire il trattamento di aritmie cardiache con un elevato grado di efficienza, sicurezza e precisione. Utilizzando un sofisticato software il medico può guidare due potenti magneti posizionati vicino al paziente; questi, a loro volta, direzionano dolcemente un catetere, controllandone la punta magnetica, all’interno del cuore del paziente.

 

A cosa serve?

Attraverso questo sistema il medico può posizionare in modo sicuro il catetere in base a dove risulta necessario somministrare la terapia. Pertanto il medico può attivare il catetere ed eseguire il trattamento. I campi magnetici generati dai magneti hanno un’intensità che è circa il 10% di quella tipicamente generata dai campi di apparecchiature di Risonanza Magnetica, tecnologia che viene largamente impiegata in medicina da oltre vent’anni, in totale sicurezza per i pazienti.

Poiché la punta del catetere di lavoro viene controllata da un campo magnetico, il medico mantiene un controllo digitale di alta precisione sulla punta del catetere, indipendentemente dalla distanza percorsa o dal numero di giri che il catetere deve effettuare per arrivare al tessuto malato. Il catetere viene guidato dalla punta tramite il campo magnetico e non spinto a mano, come avviene nelle procedure di ablazione manuale; non ha bisogno di un corpo rigido ed è perciò estremamente morbido e flessibile e quindi estremamente sicuro quando poggiato contro la parete di un cuore che batte o quando si viaggia attraverso il delicato sistema vascolare.

 

Quando viene utilizzata la stereotaxis?

È possibile utilizzare questo sistema per trattare l’insufficienza cardiaca e le malattie coronariche, anche se il suo impiego principale è nel trattamento delle aritmie cardiache: ovvero qualsiasi disturbo del ritmo normale del cuore.

Che vantaggi presenta il Sistema Niobe?

Questa tecnologia permette un nuovo standard di cura non invasiva ed efficace per i pazienti che possono avere avuto terapia farmacologica anti-aritmica non efficace e che risultano candidati all’ablazione trans catetere. Le procedure di ablazione con il Sistema Niobe sono estremamente sicure. A livello globale, i medici hanno eseguito più di 30.000 procedure di ablazione servendosi di questa tecnologia. Eventi avversi e complicanze maggiori si sono verificati in meno dello 0,1% dei casi.

 

Altri vantaggi che il sistema presenta sono:

Procedure più brevi o con tempi di recupero più veloce, che permette ai pazienti un ritorno alla normale attività dopo pochi giorni.

Una minore esposizione del paziente all’esposizione di raggi X e di mezzi di contrasto.

 

È doloroso o pericoloso?

In genere la procedura viene ben tollerata dai pazienti, grazie al fatto che in gran parte essa viene effettuata in sedazione profonda. È possibile che si presenti qualche malessere nel momento del reperimento degli accessi vascolari femorali (procedura a volte eseguita quando il paziente è ancora sveglio) o dell’allettamento successivo (generalmente fino alla mattina del giorno successivo).

Chi può sottoporsi al trattamento?

Tutti i pazienti che possono essere sottoposti a procedure di ablazione transcatetere.

Ci sono norme di preparazione o post-esame?

Non sono previste norme di preparazione.

Cardio Center

Slogatura

Slogatura

 

Questo infortunio è anche detto lussazione, tuttavia il termine “slogatura” risulta comunemente molto più utilizzato. Consiste in uno spostamento permanente dei campi articolari gli uni rispetto agli altri.

Che cos’è la slogatura?

La slogatura è una lesione articolare che può interessare tutte le articolazioni. Quelle più frequentemente interessate sono la spalla e le dita, seguite da gomito, ginocchia e fianchi.

 

Quali sono le cause della slogatura?

Le slogature sono in genere causate da traumi. In particolare si può incorrere in una slogatura nel caso di:

-incidenti:  se si cade dalla moto, dalla bicicletta o in caso di incidenti automobilistici, ma anche se si inciampa o si cade mentre si corre o si cammina

-pratica di attività sportiva. In questo caso le slogature sono piuttosto frequenti. Possono essere determinate da cadute di vario tipo (soprattutto sport come pallavolo, sci, ginnastica) o dal contatto fisico (soprattutto sport come calcio, rugby e pallacanestro)

 

Quali sono i sintomi della slogatura?

Una slogatura è generalmente accompagnata dalla seguente sintomatologia:

-si avverte dolore intenso nella zona dell’infortunio

-l’articolazione può risultare deformata

-l’articolazione appare gonfia e calda

 

Come prevenire la slogatura?

Per prevenire le slogature è bene:

-fare sport in modo sicuro, indossando il giusto equipaggiamento protettivo soprattutto nel caso degli sport da contatto

-evitare il ripetersi della slogatura: dopo essersi slogata, l’articolazione risulta generalmente maggiormente suscettibile a slogature future. Per evitare il ripetersi dell’infortunio e potenziare l’articolazione è bene svolgere gli esercizi consigliati dal fisiatra o dal fisioterapista

Sodio cromoglicato

Sodio cromoglicato

 

Il Sodio cromoglicato si usa per curare l’asma e altri disturbi di origine allergica (nello specifico le riniti allergiche e le congiuntiviti allergiche, però anche le allergie di origine alimentare).

 

Che cos’è il Sodio cromoglicato?

Il Sodio cromoglicato opera secondo meccanismi non ancora completamente chiariti.

 

Come si prende il Sodio cromoglicato?

Il Sodio cromoglicato si può prendere in forma di spray nasale, di collirio, capsule per utilizzo orale e tramite inalazione.

 

Effetti collaterali del Sodio cromoglicato

In base della forma in cui viene assunto il sodio cromoglicato può provocare i seguenti effetti collaterali:

vista appannata

irritazione agli occhi

occhi che pungono

leggere irritazioni della gola

tosse

problemi respiratori

dolore alla testa

naso che cola

irritazioni dentro al naso

nausea

rash cutaneo

male alle articolazioni

 

È meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

polmonite

respiro sibilante

attacchi acuti di asma

 

Avvertenze

L’utilizzo del collirio può annebbiare la vista, rendendo non consigliabile guidare o manovrare macchinari pericolosi. L’inalatore non si deve usare in presenza di attacchi d’asma acuti.

Prima di cominciare la cura è anche fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo, nello specifico steroidi, medicinali per le allergie,

se si soffre (o si ha sofferto) di stress, traumi, infezioni o altre patologie

se si ha recentemente smesso l’assunzione di steroidi e l’asma si è aggravata

se si usano lenti a contatto morbide (nel caso del collirio)

in presenza di gravidanza o allattamento al seno

È anche fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sodio cromoglicato.

Soffio cardiaco

Soffio cardiaco

 

Il soffio cardiaco si manifesta con un rumore anomalo evidenziato dall’auscultazione del torace durante la visita medica. In alcuni casi non è collegato ad alcuna patologia, pertanto viene definito “innocente”, mentre in altre situazioni potrebbe segnalare la presenza di malattie cardiache che è necessario trattare opportunamente.

 

Che cos’è il soffio cardiaco?

In condizioni normali il cuore produce solo suoni causati dalla chiusura delle valvole. Il “soffio cardiaco” è rappresentato da un rumore prodotto dal flusso turbolento del sangue attraverso le valvole, all’interno delle camere cardiache o nelle strutture vascolari maggiori posizionate in prossimità del cuore stesso. Se il soffio è correlato a una patologia cardiaca può essere presente dalla nascita (patologia congenita) o manifestarsi nel corso degli anni (patologia acquisita). Se invece non è possibile collegarlo ad alcuna patologia obiettivabile, il soffio, verosimilmente prodotto da un’elevata velocità di transito del sangue all’interno del cuore e delle valvole, viene definito “ innocente”.

 

Da cosa può essere causato il soffio cardiaco?

Il soffio “innocente” viene generato dal passaggio più veloce del sangue attraverso le strutture cardiache. L’incremento della velocità può essere innescato dall’attività fisica, dalla febbre, dall’anemia, dall’ipertiroidismo, da una gravidanza. Il soffio cardiaco patologico, invece, può essere collegato a difetti congeniti del cuore (il caso più frequente nei bambini) o a problemi alle valvole cardiache che si manifestano in età adulta (come alterazioni degenerative, calcificazioni, lassità o prolasso dei lembi). Le alterazioni valvolari che favoriscono lo sviluppo di un soffio possono anche rappresentare il risultato di infezioni, come avviene nell’endocardite e, indirettamente, nella febbre reumatica.

 

Con quali sintomi si manifesta il soffio cardiaco?

Il soffio “innocente” non è correlato ad alcuna sintomatologia cardiologica per definizione. È anche possibile che i soffi cardiaci che derivano da malattie del cuore non si accompagnino a sintomi specifici, nonostante avvenga più frequentemente che, in base alla gravità della patologia, vengano riscontrati in pazienti che manifestano cianosi della cute (soprattutto a livello di dita e labbra), gonfiori agli arti inferiori o aumento improvviso di peso, fiato corto, tosse cronica, fegato ingrossato, dilatazione e turgore delle vene del collo, dolore al petto, vertigini, svenimenti e, nei bambini, scarso appetito e problemi di crescita.

 

Come si può prevenire il soffio cardiaco?

Non ha senso parlare di prevenzione nel caso del soffio cardiaco patologico, poiché rappresenta un segno di malattia cardiaca che si è già verificata.

 

Diagnosi

Solitamente il soffio cardiaco viene rilevato nel corso di una visita medica, in cui il medico ausculta il cuore con lo stetoscopio appoggiato sul torace.

Sarà il medico a valutare l’intensità del soffio, la sua posizione rispetto alle valvole cardiache (ogni valvola viene meglio “auscultata” in alcune posizioni specifiche sul torace), il suo tono, il momento di comparsa nel ciclo cardiaco, la durata ed eventuali fattori in grado di modificarlo come la respirazione del paziente o l’attività fisica, allo scopo di stabilire la gravità del problema.

Per arrivare all’ipotesi di una causa il medico investigherà anche su eventuali patologie e disturbi cardiaci presenti in famiglia.

Nel caso in cui si sospetti un soffio patologico, gli esami che potrebbero essere prescritti sono:

Radiografia (Rx) torace

Elettrocardiogramma (ECG)

Ecocardiogramma transtoracico o transesofageo

TAC cuore

Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) cuore

Cateterismo cardiaco

 

Trattamenti

In genere per il paziente che presenta un soffio cardiaco “innocente” non è richiesto alcun trattamento specifico. Se il soffio venisse collegato a una malattia extracardiaca, come l’ipertiroidismo o l’anemia, scomparirà attraverso la cura della patologia sottostante.

Talvolta anche per il soffio patologico non è necessario alcun trattamento: in questo caso il medico raccomanderà solo controlli regolari per monitorare la situazione.

Secondo la gravità della malattia associata al soffio potrà essere indicato:

L’assunzione di vari farmaci, che spaziano dagli antiaritmici agli anticoagulanti ai medicinali per ridurre la pressione (diuretici, ACE-inibitori, betabloccanti).

Interventi chirurgici veri e propri o interventi percutanei effettuati tramite l’inserzione di cateteri nei vasi sanguigni e il posizionamento degli stessi all’interno delle strutture cardiache, per eliminare o correggere anomalie specifiche.

Somatropina

Somatropina

 

Viene impiegata nel trattamento della sindrome da intestino corto.

 

Che cos’è la somatropina?

Essa agisce aumentando il flusso di acqua, elettroliti e nutrienti nell’intestino.

 

Come si assume la somatropina?

Viene somministrata tramite iniezioni e la sua assunzione deve essere associata ad una dieta specifica.

 

Effetti collaterali della somatropina

Il trattamento a base di tale farmaco può aumentare il rischio di sviluppare un nuovo tumore in chi abbia già lottato contro alcuni tipi di cancro in età pediatrica e abbia assunto il farmaco per far fronte a una carenza di ormone della crescita. Inoltre è stato associato a aumento della glicemia, pancreatite, dolori, gonfiore o rigidità a muscoli o articolazioni

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

meteorismo

lieve dolore, gonfiore, arrossamento, prurito o livido alla zona di iniezione

gonfiori lievi

lieve senso di nausea

male allo stomaco

conati di vomito

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

febbre, brividi o mal di gola o tosse persistenti

comparsa di neoformazioni a livello cutaneo

mal di testa o capogiri forti o persistenti

dolori a livello muscolare o articolare forti o persistenti

russamento o respiro irregolare durante il sonno

disidratazione

iperglicemia

rash grave

orticaria

prurito

gonfiore a testa, volto, mani, caviglie o piedi forte o persistente

dolore allo stomaco o alla schiena forte o persistente

fiato corto

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

aumento di volume delle mammelle

bruciori, intorpidimenti o pizzicore

mutamenti nell’aspetto o nelle dimensioni di un neo

battito accelerato

ispessimento o indurimento della cute nel sito di iniezione

lividi

insolita sudorazione

problemi alla vista

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

E’ controindicata qualora si soffra di tumore al cervello, di problemi respiratori o di gravi problemi insorti come complicazione di interventi chirurgici o traumi.

Prima del trattamento è importante far sapere al medico:

della presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze (in particolare all’alcol benzilico)

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno assumendo o si sono già assunti, citando in particolare ciclosporina, corticosteroidi, insulina, estrogeni, anticonvulsivanti e altri antidiabetici

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi polmonari o respiratori, ipotiroidismo, pressione alta, problemi al pancreas, al fegato o ai reni, malattie cardiache, disturbi endocrini, diabete, iperglicemia, retinopatia diabetica, leucemia, altri tumori (in particolare al cervello) e crescita di masse insolite (soprattutto nel cervello), scoliosi, sindrome del tunnel carpale, sindrome di Prader-Willi

in caso precedenti di diabete in famiglia

in caso di sovrappeso

in caso di interventi chirurgici o traumi recenti

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante la terapia non bisogna assumere sostanze alcoliche.

Sorafenib

Sorafenib

 

S’impiega nel trattamento di tumori al rene, al fegato o alla tiroide.

 

Che cos’è il sorafenib?

Questo farmaco contribuisce a bloccare la crescita delle cellule tumorali inibendo gli enzimi chinasi.

 

Come si assume il sorafenib?

Si somministra sotto forma di compresse. L’assunzione deve avvenire a stomaco vuoto (almeno un’ora prima o due ore dopo aver mangiato) e le compresse devono essere ingerite rigorosamente intere.

 

Effetti collaterali del sorafenib

Può ridurre il numero di piastrine e le capacità di combattere le infezioni. Può altresì aumentare la pressione e scatenare emorragie, gravi problemi gastrointestinali o epatici e gravi reazioni cutanee.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

calo dell’appetito

dolore a bocca, ossa, muscoli, stomaco o articolazioni

senso di nausea

variazioni del sapore

sensazione di stanchezza

cambiamenti della voce

conati di vomito

costipazione

scariche di diarrea

cute secca

perdita o assottigliamento dei capelli

mal di testa

stato di debolezza

perdita di peso corporeo

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

insolita raucedine

flusso mestruale più abbondante del solito

dolori, crampi o debolezza ai muscoli

epistassi frequente

intorpidimento a braccia o gambe

debolezza da un singolo lato del corpo

cute arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

arrossamenti, dolore, gonfiore, intorpidimenti, ulcere o vesciche ai palmi delle mani o alle piante dei piedi

sintomi convulsivi

capogiri, sensazione di testa leggera o mal di testa forti o persistenti

forti mal di stomaco, vomito o nausea

fiato corto

difficoltà nel parlare

improvviso aumento della sudorazione

improvviso aumento di peso corporeo

gonfiore, vesciche, dolori o arrossamenti in bocca o in gola

gonfiore a caviglie, mani o piedi

ferite che non si rimarginano

feci scure o con sangue

urine con sangue

stato di confusione

sangue nell’espettorato o nello sputo

problemi alla sfera sessuale

minzione ridotta

sintomi depressivi

svenimenti

battito accelerato o irregolare

febbre, brividi o tosse o mal di gola persistenti

emorragie o lividi

insolite stanchezza o debolezza

insolite emorragie vaginali

vomito simile a caffè

 

Controindicazioni e avvertenze

Il suo impiego può essere controindicato in caso di sindrome del QT lungo congenita e di trattamento con carboplatino e paclitaxel contro il carcinoma polmonare a cellule squamose.

Prima della cura è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, citando in particolare i farmaci che possono causare un prolungamento dell’intervallo QT, fenobarbital, primidone, rifamicine, warfarin, carbamazepina, dexametasone, idantoine, nevirapina, neomicina (per via orale e iperico

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di scompenso cardiaco o altri problemi al cuore, disturbi gastrointestinali, problemi epatici, renali o alla tiroide, dolore al petto, pressione alta, emorragie e problemi nei livelli di elettroliti nel sangue

se si è mai stati curati per un cancro al polmone

in caso di intervento chirurgico (recente o programmato)

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sorafenib.

Inoltre, sia in corso di trattamento che nelle due settimane successive alla sua interruzione, le donne e gli uomini in fertili devono utilizzare efficaci strumenti contraccettivi.

Sorbitolo

Sorbitolo

 

Il Sorbitolo si usa soprattutto nella cura della costipazione occasionale.

 

Che cos’è il Sorbitolo?

Si tratta di un lassativo. Opera mantenendo i fluidi nel colon, facilitando così le contrazioni della muscolatura intestinale.

 

Come si prende il Sorbitolo?

Il Sorbitolo si può prendere per bocca o in forma di clistere.

 

Effetti collaterali del Sorbitolo

Tra gli eventuali effetti collaterali del sorbitolo troviamo anche:

irritazione anale

diarrea

gas

nausea

crampi addominali

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

costipazione nonostante l’utilizzo di sorbitolo

capogiri

sanguinamenti dal retto

repentino calo di peso

gonfiori

vomito

debolezza

 

Avvertenze

A meno di indicazione medica, durante la terapia con sorbitolo non bisogna prendere altri lassativi o emollienti delle feci. Inoltre la cura non deve durare per più di 1 settimana.

Prima di usare il sorbitolo è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (nello specifico ad altri antibiotici) o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo

nel caso in cui si soffra (o si abbia sofferto) di disturbi nell’equilibrio acido-base, diabete, dolori addominali, nausea, vomito o emorragie dal retto

in presenza di disidratazione

in presenza di gravidanza o di allattamento al seno

Sotalolo

Sotalolo

 

Si somministra in presenza di alcune anomalie del battito cardiaco (come la fibrillazione atriale) al fine di mantenere una frequenza regolare.

 

Che cos’è il Sotalolo?

E’ un antiaritmico che promuove il mantenimento della regolarità del battito cardiaco.

 

Come si assume il Sotalolo?

Si somministra per via orale (in genere sotto forma di compresse o soluzione) o mediante iniezioni direttamente in vena.

 

Effetti collaterali del Sotalolo

Il suo utilizzo può condurre ad un prolungamento dell’intervallo QT; il rischio di eventuali gravi irregolarità del battito cardiaco è maggiore nel sesso femminile. Può altresì influenzare i risultati di alcune analisi di laboratorio e i livelli di zuccheri nel sangue e mascherare i sintomi di ipoglicemia (in chi già soffra di diabete) e quelli dell’ipertiroidismo.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

capogiri

sensazione di stanchezza

conati di vomito

stato di debolezza

mal di testa

senso di nausea

 

È importante contattare celermente un medico in caso di:

rash

prurito

gonfiore a volto, occhi, labbra, lingua o gola

difficoltà a respirare

nuove irregolarità cardiache o peggioramento di quelle preesistenti

capogiri o stanchezza, gravi o persistenti

fiato corto

improvviso e immotivato aumento di peso

gonfiore a mani, caviglie, gambe i piedi

senso di oppressione o dolore al petto

svenimenti

battito accelerato o rallentato

inconsueta sudorazione

 

Complicazioni e avvertenze

Il trattamento a base di tale farmaco non è adatto per tutte le anomalie del battito cardiaco; oltre ad alcuni problemi cardiaci anche altre condizioni – come gravi disturbi renali, asma o altri problemi respiratori, bassi livelli di potassio o magnesio ed essere portatori di pacemaker – possono controindicare l’assunzione del farmaco. Non deve essere inoltre assunto insieme ad altri antiaritmici, agli antidepressivi triciclici o a qualsiasi medicinale che aumenta il rischio di prolungamento dell’intervallo QT.

In caso di contemporaneo trattamento con antiacidi contenenti alluminio o magnesio, è necessario assumerli almeno 2 ore prima o dopo il sotalolo.

Il suo impiego può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi, soprattutto se concomitante a quella di alcolici o di altri farmaci. Inoltre la febbre, l’alcol, l’attività fisica e il caldo possono aumentare il rischio di capogiri e svenimenti associabili alla cura, soprattutto al mattino quando ci si alza dal letto.

Prima di assumerlo è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare altri antiaritmici, calcio antagonisti, fenotiazine, chinoloni, antidepressivi triciclici, beta agonisti, epinefrina, insulina, clonidina, digossina, diuretici, guanetidina, reserpina, macrolidi, ketolidi e altri medicinali contro il diabete)

se si è assunto un antiaritmico nel recente passato

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di altri disturbi cardiaci, problemi respiratori o polmonari, problemi nel flusso del sangue, negli elettroliti presenti al suo interno (ad esempio potassio o magnesio) o nei livelli di acidi o basi nell’organismo, pressione bassa, ipoglicemia, ipertiroidismo, disturbi renali, diabete e tumori al surrene

in caso di programmato intervento chirurgico

in caso di donne gravide in fase di allattamento

È sempre necessario far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sotalolo.

La sua assunzione non deve essere mai interrotta senza previo consenso medico.

Stenosi aortica

Stenosi aortica

 

La stenosi aortica è una malattia congenita o acquisita della valvola aortica, caratterizzata da una riduzione della capacità di apertura della valvola stessa.

Che cos’è la stenosi aortica?

La stenosi aortica è rappresentata da una riduzione della capacità di apertura della valvola aortica. La stenosi aortica si presenta come un’ostruzione alla fisiologica fuoriuscita del sangue tra il ventricolo sinistro e l’aorta nel corso della sistole, ossia nel momento della contrazione del cuore.

La stenosi aortica determina un sovraccarico di pressione dell’emissione del sangue sul ventricolo, che per compensare e adattarsi a questa situazione, ispessisce le proprie pareti (ipertrofia concentrica), ma provocando tuttavia un aumento di fatica per il cuore.

La stenosi aortica si manifesta solitamente in età matura, tra i 60 e 70 anni, ma l’esordio può essere precedente nei pazienti con valvola bicuspide. L’aumento della frequenza della malattia è direttamente proporzionale all’innalzamento dell’età media della popolazione.

Da cosa può essere causata la stenosi aortica?

Solitamente la stenosi aortica è causata dal naturale invecchiamento dell’organismo e dalla calcificazione della valvola, delle cuspidi e dell’anello valvolare. La causa può essere anche riconducibile a malformazioni congenite o origini reumatiche.

Con quali sintomi si manifesta la stenosi aortica?

Una stenosi moderata non si manifesta attraverso sintomi particolari. Nei casi più importanti (stenosi aortica severa) invece è possibile giungere a un’insufficienza cardiaca con: affanno sotto sforzo, presenza di edemi (ai polmoni o agli arti inferiori), dolore al torace, perdita di coscienza (sincope o pre-sincope con vertigini, sensazione di svenimento o stordimento) in seguito a sforzo. Questi sintomi si possono manifestare anche in una situazione di riposo.

Diagnosi

L’ecocardiografia rappresenta la tecnica diagnostica migliore per effettuare una diagnosi di stenosi aortica. Attraverso un esame ecocardiografico con tecnologia Doppler è possibile confermare la diagnosi, valutare la gravità della situazione e le ripercussioni sul cuore.

Grazie all’ecocardiografia è possibile:

Tracciare l’anatomia valvolare.

Stimare le calcificazioni valvolari.

Misurare l’ampiezza di apertura residua della valvola aortica.

Valutare la funzionalità cuore ed escludere o confermare la presenza di un’ipertrofia delle pareti.

Il Doppler consente invece di:

Misurare la velocità del sangue a livello dell’orifizio aortico; un dato importante per accertare un’eventuale differenza di pressione tra il ventricolo sinistro e l’aorta.

Valutare la superficie dell’orifizio valvolare.

 

Stenosi mitralica

Stenosi mitralica

 

La stenosi mitralica o stenosi della valvola mitrale è una condizione patologica caratterizzata dal non corretto funzionamento della valvola mitrale – ovvero la valvola cardiaca che consente al sangue di passare dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro, la principale camera di pompaggio del cuore – a causa di un restringimento (stenosi).

Che cos’è la stenosi mitralica?

In condizioni normali la valvola mitrale è costituita da due sottili lembi mobili legati attraverso corde tendinee a due muscoli (i muscoli papillari) che, nel momento in cui si contraggono insieme al ventricolo sinistro dove sono posizionati, impediscono lo sbandieramento (prolasso) dei lembi mitralici nell’atrio sinistro: i margini dei lembi vengono separati quando la valvola si apre, consentendo al sangue di passare dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro, e si riavvicinano quando la valvola si chiude, impedendo al sangue di tornare indietro.

Però è possibile che la valvola abbia delle alterazioni che ne provocano un restringimento (stenosi):

Presenza di ring sopramitralico: in questo caso un anello di tessuto fibroso al di sopra della valvola mitrale limita il passaggio di sangue all’interno della valvola.

Valvola mitrale “a paracadute”: i lembi della valvola sono allungati e collegati a un unico muscolo papillare.

Ispessimento e fusione dei lembi, che non possono più muoversi indipendentemente l’uno dall’altro.

La presenza di una stenosi mitralica determina un aumento della pressione nell’atrio sinistro, per permettere al sangue di passare dall’atrio al ventricolo sinistro. Questo meccanismo compensatorio ne provoca a sua volta altri: incremento della pressione nelle vene che dai polmoni riportano il sangue al cuore, con conseguente accumulo di liquido nei polmoni (congestione), e incremento della pressione nelle arterie polmonari (ipertensione polmonare), che sottopone il ventricolo destro a un sovraccarico di lavoro, che alla lunga può sfiancarlo, generando un’insufficienza cardiaca. Se non viene curata, la stenosi della valvola mitrale può quindi avere gravi conseguenze.

Da cosa può essere causata la stenosi mitralica?

La causa di gran lunga più frequente di stenosi mitralica è la malattia reumatica, una sindrome autoimmune che può essere innescata da infezioni streptococciche. Questa affezione – sempre più rara nei Paesi industrializzati, ma ancora molto comune nei Paesi in via di sviluppo – può causare danni ai lembi della valvola mitrale impedendo, quindi, il loro corretto funzionamento. La malattia reumatica può causare l’ispessimento e la fusione dei due lembi della valvola impedendole di aprirsi correttamente nel primo caso e di aprirsi e chiudersi correttamente nel secondo.

Alla base della stenosi mitralica è possibile rilevare anche un difetto cardiaco congenito:

è possibile che un bambino nasca con un restringimento della valvola mitrale e sviluppi una stenosi mitralica significativa nei primi anni di vita;

oppure si può nascere con una valvola mitralica difettosa che mette a rischio di sviluppare una stenosi mitralica in età avanzata.

Anche la calcificazione della valvola può essere una causa di stenosi mitralica: con l’avanzare dell’età, è possibile che si accumulino depositi di calcio a livello dell’anello valvolare mitralico, determinandone il restringimento.

Con quali sintomi si manifesta la stenosi mitralica?

Non sempre la stenosi mitralica è associata a sintomi particolari: si può soffrire di questa condizione e sentirsi bene, oppure si possono riscontrare sintomi modesti che permettono di condurre una vita senza particolari limitazioni per decenni. La sintomatologia – che può insorgere o peggiorare improvvisamente – include:

stanchezza e facile faticabilità

mancanza di respiro, soprattutto sotto sforzo o quando ci si sdraia

gonfiore ai piedi e alle caviglie

palpitazioni

frequenti infezioni respiratorie (es. bronchite)

tosse stizzosa

dolore toracico

Come si può prevenire la stenosi mitralica?

Il modo migliore per effettuare una prevenzione della stenosi della valvola mitrale è prevenirne la causa più comune, ossia la malattia reumatica. È importante quindi fare un corretto trattamento antibiotico delle infezioni alla gola provocate da streptococchi. Attualmente grazie all’utilizzo degli antibiotici, nei Paesi industrializzati la malattia reumatica è assai rara.

Diagnosi

Per effettuare la diagnosi di stenosi mitralica, il medico vi ausculterà il cuore con lo stetoscopio. Oltre al cuore, il medico ausculterà i polmoni per verificare l’eventuale presenza di congestione polmonare. Nel caso in cui si rilevino rumori cardiaci anomali e/o di congestione polmonare, il medico potrà prescrivere l’esecuzione di diversi esami strumentali. Tra questi:

ECG: registra l’attività elettrica del cuore. L’alterazione più frequente provocata dalla stenosi mitralica è la comparsa di segni di dilatazione dell’atrio sinistro; si possono poi presentare aritmie, tipicamente la fibrillazione atriale.

Ecocardiogramma transtoracico: è un test basato sull’immagine che visualizza le strutture del cuore e il funzionamento delle sue parti mobili. L’apparecchio trasmette un fascio di ultrasuoni al torace, utilizzando una sonda appoggiata sulla sua superficie, e rielabora gli ultrasuoni riflessi che tornano alla stessa sonda dopo aver interagito in modo diverso con le varie componenti della struttura cardiaca (miocardio, valvole, cavità). Rappresenta l’esame più importante. Consente la valutazione del meccanismo e dell’entità della stenosi mitralica, oltre che le dimensioni dell’atrio sinistro e del ventricolo destro e la funzione contrattile di quest’ultimo, e la presenza di ipertensione polmonare. Le immagini in tempo reale possono essere raccolte anche mentre si esegue un test da sforzo (eco stress): l’esecuzione di un eco stress viene suggerita quando c’è discrepanza tra la gravità dei sintomi e l’entità della stenosi mitralica a riposo.

Ecocardiogramma transesofageo: in questo caso la sonda si introduce dalla bocca e si spinge in avanti fino a raggiungere l’esofago. Permette una visualizzazione migliore delle valvole e delle strutture paravalvolari. È importante per pianificare la strategia terapeutica.

ECG dinamico secondo Holter: l’Holter è il monitoraggio prolungato nelle 24 ore dell’ECG. Può registrare aritmie.

RX torace: permette la valutazione di dimensioni e forma del cuore; l’eventuale dilatazione dell’atrio sinistro; l’eventuale presenza di liquido nei polmoni (congestione).

Cateterismo cardiaco: metodica invasiva basata sull’introduzione di un piccolo tubo (catetere) in un vaso sanguigno; il catetere viene poi spinto fino al cuore e permette l’acquisizione delle informazioni importanti sul flusso e sull’ossigenazione del sangue e sulla pressione all’interno delle camere cardiache e delle arterie e delle vene polmonari. Registra la presenza di un gradiente di pressione transmitralico e, nei casi più gravi, ipertensione polmonare e disfunzione contrattile del ventricolo destro. Viene ormai proposto raramente: si effettua in genere quando si verifica una discrepanza tra la gravità dei sintomi e l’entità della stenosi all’ecocardiogramma.

Trattamenti

La terapia della stenosi della valvola mitrale comprende farmaci e diverse procedure interventistiche: la scelta viene fatta in base alle caratteristiche del paziente e alla gravità della stenosi mitralica.

In caso di stenosi mitralica lieve o moderata sono sufficienti periodici controlli clinici ed ecocardiografici.

La terapia farmacologica della stenosi mitralica comprende:

Farmaci anticoagulanti per prevenire eventi embolici in caso di fibrillazione atriale, pregressi eventi embolici, presenza di un trombo nell’atrio sinistro.

Farmaci che rallentano la frequenza cardiaca, come i beta-bloccanti o i calcio-antagonisti, in presenza di fibrillazione atriale ad ala frequenza.

Diuretici: in caso di accumulo di liquidi.

La terapia interventistica della stenosi mitralica comprende la commissurotomia con palloncino che consiste nella dilatazione della valvola stenotica ottenuta mediante l’introduzione di un palloncino tramite catetere attraverso un vaso sanguigno del braccio o dell’inguine. Una volta posizionato il palloncino sulla punta del catetere viene gonfiato, provocando la dilatazione della valvola. Il palloncino viene poi sgonfiato ed estratto dal corpo insieme al catetere. Nel tempo, può essere necessario ripetere la procedura.

La terapia chirurgica della stenosi mitralica include:

la commissurotomia, che è la semplice dilatazione della valvola;

la valvuloplastica, quando il chirurgo “ripara” la valvola;

la sostituzione della valvola mitrale, quando il chirurgo rimuove la valvola mitrale danneggiata e la sostituisce con una valvola protesica meccanica o biologica.

 

 

Sterculio

Sterculio

 

Lo Sterculio si usa per curare la costipazione, anche durante la gestazione.

 

Che cos’è lo Sterculio?

Si tratta di una gomma di origine vegetale che opera come fonte di fibre, incrementando il volume delle feci e svolgendo di conseguenza un effetto lassativo.

 

Come si prende lo Sterculio?

Lo Sterculio si prende per bocca, di solito 1 o 2 volte al dì, dopo aver mangiato.

 

Effetti collaterali dello Sterculio

Tra gli eventuali effetti collaterali dello sterculio troviamo anche:

meteorismo

gonfiore addominale

ostruzioni intestinali

accumulo di feci secche e dure nell’intestino

 

È meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di costipazione prolungata.

 

Avvertenze

Non si consiglia di prendere sterculio poco prima di andare a letto.

Prima di cominciare la cura è anche basilare avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (nello specifico ai lassativi) o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo

se si soffre (o si ha sofferto) di colite ulcerosa, problemi di deglutizione, ostruzioni intestinali, atonia intestinale o presenza di grosse masse di feci disidratate nell’intestino

se si assumono pochi fluidi

nell’eventualità di gravidanza o allattamento al seno

È anche fondamentale avvertire dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di sterculio.

 

Prenotazioni

 

Stimolazione biventricolare per la cura dello scompenso cardiaco refrattario

Stimolazione biventricolare per la cura dello scompenso cardiaco refrattario

 

La contrazione del cuore dei pazienti con scompenso cardiaco refrattario avviene in maniera disarmonica e l’attività meccanica risulta inefficace e inadeguata. È possibile correggere in parte questo stato di alterata contrazione praticando una stimolazione di entrambi i ventricoli.

 

Di cosa si tratta?

Lo scompenso cardiaco refrattario si presenta come una condizione clinica in cui una terapia medica ottimizzata non è in grado di apportare miglioramento o di arrestare l’evoluzione della malattia nei pazienti con importante disfunzione ventricolare sinistra e dilatazione del cuore. La contrazione del cuore di questi pazienti, e in particolare di coloro che manifestano un difetto della conduzione dell’impulso noto come blocco di branca sinistra, avviene in modo disarmonico e l’attività meccanica risulta, pertanto, essere inefficace e inadeguata alle esigenze dell’organismo. È possibile correggere in parte questo stato di alterata contrazione praticando una stimolazione di entrambi i ventricoli.

 

Funzionamento della stimolazione biventricolare

Lo stato di alterata contrazione può essere corretto in parte praticando la stimolazione dei ventricoli destro e sinistro tramite il posizionamento di due elettrocateteri: uno in ventricolo destro e uno all’interno di un vaso venoso, il seno coronarico, che decorre lungo la parete del ventricolo sinistro. Attraverso la stimolazione simultanea da entrambe le sedi è possibile avere una contrazione cardiaca più armonica e si può, potenzialmente, migliorare la performance cardiaca, la portata cardiaca e la sintomatologia dei pazienti affetti da scompenso cardiaco (mancanza di fiato, ritenzione idrica). Con la stimolazione biventricolare non si ha un beneficio immediato, in quanto la modificazione della meccanica cardiaca avviene nell’arco di qualche mese.

 

Come avviene la procedura?

La procedura viene eseguita in anestesia locale analogamente all’impianto di pacemaker e defibrillatore. La durata può essere variabile a seconda delle difficoltà incontrate nel posizionamento dell’elettrocatetere ventricolare sinistro, ed è inclusa solitamente in un range che va da 1 a 3 ore. Il tutto viene eseguito in regime di ricovero (degenza media 5 giorni).

 

Vi è un potenziale miglioramento della funzione cardiaca e di conseguenza una riduzione della sintomatologia tipica dello scompenso cardiaco.

 

È doloroso/pericoloso?

La procedura viene effettuata in anestesia locale e in genere viene ben tollerata. Raramente, in caso di importante sintomatologia dolorosa, è possibile ricorrere alla sedazione profonda con assistenza anestesiologica.

 

Chi può sottoporsi al trattamento?

Buona parte dei pazienti soggetti a scompenso cardiaco refrattario e funzione ventricolare sinistra ridotta.

 

Follow-up

Dopo essere stato dimesso, il paziente deve sottoporsi a controlli semestrali del dispositivo, parallelamente alle valutazioni cliniche cardiologiche.

Stiripentolo

Stiripentolo

 

S’impiega nel trattamento di alcune forme di epilessia nei bambini. Nello specifico, trova applicazione nei casi in cui altri medicinali non siano risultati efficaci nel trattamento dell’epilessia mioclonica grave dell’infanzia (nota anche come sindrome di Dravet).

 

Che cos’è lo Stiripentolo?

E’ un anticonvulsivante il cui esatto meccanismo di funzionamento non è noto; si ritiene che apporti a un aumento della trasmissione dell’impulso nervoso dipendente dal neurotrasmettitore acido gamma-amminobutirrico.

 

Come si assume lo Stiripentolo?

Si somministra per via orale.

 

Effetti collaterali dello Stirpentolo

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

senso di nausea

conati di vomito

aggressività

anoressia

atassia (tremori)

stato di sonnolenza

eccitabilità

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

prurito

gonfiore a volto, occhi, labbra, lingua o gola

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

 

Avvertenze

Il farmaco non è indicato per l’età neonatale.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare altri anticonvulsivanti, carbamazepina, clobazam, fenobarbital, primidone, fenitoina e diazepam)

delle malattie e dei disturbi di salute di cui il bambino soffre (o abbia sofferto nel pregresso)

Strabismo

Strabismus

 

Strabismus is a relatively common disease that affects about 4-5% of the world population. It is a condition in which the eyes are aligned in incorrectly and are not oriented in the same direction: an eye while fixing an object, the other can be directed inside, outside, top, or bottom.

The disease can occur at any age.

 

What is strabismus?

Strabismus is the digression of the visual axes caused by the poor functioning of the neuromuscular structures that control movement of the eyeballs.

 

Strabismus can be of various shapes, intermittent or constant over time, and mainly affect only one eye, or be alternating.

If it was not diagnosed in time in the child, strabismus can help determine a significant permanent reduction of visual acuity (amblyopia).

In adults, the symptoms of an altered indicator muscles in a coordinated operation designated to eye movement, is double vision (diplopia).

 

What causes strabismus?

The causes of strabismus may differ depending on the age of onset of disturno:

Vision defects

neurological disorders such as cerebral palsy origin or paresis of the eye muscles

endocrinological diseases

eye diseases (cataracts, ptosis, etc.)

Strabismus in children is defined as “essential” when the causes are not detectable.

In adulthood, the dependent neuro-motor apparatus modifications in charge to coordinate the movements of the eyeballs can be restrictive nature (the most common causes lie in thyroid disorders and high myopia), non-paralytic (such as failure of childhood strabismus ) and paralytic. Among the paralytic nature causes of strabismus may be part of the cranial trauma, vascular or infectious diseases, degenerative diseases of the central nervous system, diabetes.

 

What are the symptoms of strabismus?

The symptoms related to strabismus may be:

headache

eyestrain

sting

Photophobia (discomfort caused by light)

Sometimes head tilt

Blinking Eye

double vision (diplopia)

feeling dizzy

orientation difficulties

 

Diagnosis

The findings useful to diagnose strabismus are:

Eye examination

orthoptic evaluation and subsequent study of ocular motility

prismatic tests for diplopia (including, usually, in the visit orthoptic)

 

treatments

For strabismus problems regarding each age group is practiced strabismus surgery using the most innovative method called MISS (Minimally Invasive Surgery Strabismus) which constrain the surgical trauma through the use of conjunctival openings of a few millimeters, minimizes up to eliminate totally annoying problems of the post-intervention such as soreness, reddened eyes, swollen eyelids, however with the usual perdurerebbero method for a few weeks.

Interventions for the treatment of strabismus and diplopia the correction can be implemented both in local anesthesia, general anesthesia.

Streptomicina

Streptomicina

 

La Streptomicina si usa per curare la tubercolosi e altre infezioni batteriche.

 

Che cos’è la Streptomicina?

Si tratta di un aminoglicoside, di un antibiotico che elimina i batteri sensibili alla sua azione arrestando la sintesi di proteine che servono per la sopravvivenza del microbo.

 

Come si prende la Streptomicina?

Di solito la Streptomicina si assume tramite iniezione fatta dal dottore.

 

Effetti collaterali della Streptomicina

Il primario effetto collaterale della Streptomicina è la diarrea.

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

bruciore, intorpidimento o pizzicori

disturbi di equilibrio

confusione

capogiri

febbre

dolore alla testa

perdita dell’udito

debolezza muscolare

nausea

rumori nelle orecchie

convulsioni

sintomi di disturbi renali (alterazioni nella minzione o nelle urine)

problemi respiratori

tic

stanchezza o debolezza

vomito

 

Avvertenze

La Streptomicina potrebbe intossicare i nervi, principalmente in presenza di disturbi renali, In certe situazioni è stata collegata a seri disturbi muscolari o respiratori. L’utilizzo per molto tempo di questo antibiotico può anche provocare una seconda infezione.

Prima della somministrazione di streptomicina è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (nello specifico ad altri antibiotici) o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo, nello specifico altri aminoglicosidi, amfotericina B, bacitracina, cefalosporine, cisplatino, colistina, ciclosporina, diuretici, mannitolo, Fans, paromomicina, polimixina B, vancomicina o viomicina

nel caso in cui si soffra (o si abbia sofferto) di disturbi all’udito, ai nervi o ai muscoli, Parkinson o problemi renali

in presenza di disidratazione

in presenza di gravidanza o allattamento al seno

È anche fondamentale avvertire sempre dottori, chirurghi e dentisti dell’assunzione di Streptomicina.

Studio elettrofisiologico con ablazione trans catetere del circuito della tachicardia

Studio elettrofisiologico con ablazione trans catetere del circuito della tachicardia

 

La necessità più o meno urgente di interrompere l’aritmia verrà determinata dai sintomi e dalla situazione in cui si verifica la tachicardia.

Dopo aver risolto l’episodio aritmico si può procedere con la terapia attualmente riconosciuta come gold standard, ossia lo studio elettrofisiologico con ablazione trans catetere del circuito della tachicardia. Nei pazienti con doppia via nodale il decorso della via rapida all’interno del nodo atrioventricolare corrisponde al tratto superiore e anteriore, mentre il tratto posteriore corrisponde alla via lenta. Lo studio elettrofisiologico prevede l’esecuzione delle stimolazioni atriali e ventricolari mirate ad evidenziare la presenza della duplicità nodale AV. Una volta confermata la presenza di doppia via nodale e fatta diagnosi di TRN, si procede all’ablazione della via lenta: vengono, pertanto, erogati dei polsi puntiformi, millimetrici, di radiofrequenza, effettuati con un catetere ablatore, in corrispondenza della via lenta, in modo da interrompere la conduzione elettrica lungo uno dei due bracci del cortocircuito (la via lenta anterograda). Dopo aver eliminato la via lenta viene nuovamente eseguito lo studio elettrofisiologico per poter così confermare la buona riuscita della procedura, registrando l’impossibilità ad indurre nuovamente tachicardie. L’esame elettrofisiologico e l’ablazione vengono effettuati in anestesia locale, procurata a livello inguinale destro. Gli elettrocateteri necessari per lo studio elettrofisiologico e per l’ablazione vengono introdotti attraverso la puntura della vena femorale. Il pomeriggio stesso il paziente si può alzare e la mattina successiva può essere dimesso.

Sucralfato

Sucralfato

 

S’impiega per trattare e prevenire la ricomparsa delle ulcere duodenali. Può essere altresì somministrato – in combinazioni con altri farmaci, ad esempio antibiotici – per trattare e prevenire la ricomparsa delle ulcere causate da alcune infezioni batteriche (in particolare quelle da Helicobacter pylori).

 

Come funziona il Sucralfato?

E’ un principio attivo dall’effetto protettivo nei confronti delle cellule che aderisce ai tessuti danneggiati dalle ulcere e li difende dagli acidi e dagli enzimi al fine di favorirne la guarigione.

 

Come si assume il Sucralfato?

Viene somministrato via bocca, di solito sotto forma di compresse o soluzioni liquide. Il trattamento delle ulcere richiede generalmente l’assunzione di quattro dosi giornaliere e può durare fino a otto settimane, mentre quello per prevenirne la ricomparsa è in genere basato sulla somministrazione di due compresse al dì.

Deve essere assunto a stomaco vuoto, due ore dopo o un’ora prima dei pasti.

 

Effetti collaterali del Sucralfato

Il principale effetto indesiderato associabile al suo utilizzo è la costipazione.

È opportuno contattare subito un medico in caso di:

difficoltà a respirare

difficoltà a deglutire

gonfiore a volto, gola, lingua e labbra

orticaria

rash

prurito

 

Controindicazioni e avvertenze del Sucralfato

Eventuali antiacidi devono essere somministrati almeno mezz’ora prima o dopo il Sucralfato.

Prima di assumerlo è inoltre necessario informare il medico:

circa la presenza di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a qualunque altro farmaco

di medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (citando in particolare anticoagulanti, cimetidinanorfloxacina, ofloxacina, fenitoina, quinidina, ranitidina, sparfloxacina, tetraciclina, , cinoxacina, ciprofloxacina, digossina, enoxacina, ketoconazolo, levofloxacina, levotiroxina, lomefloxacina, acido nalidixico e teofillina)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di malattie renali, diabete, disturbi gastrointestinali o qualsiasi condizione che possa causare difficoltà a deglutire o tossire

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Sufentanile

Sufentanile

 

Il Sufentanile si usa come anestetico durante gli interventi chirurgici.

Può anche venire usato in combinazione con altri medicinali per minimizzare il dolore con un’anestesia epidurale.

 

Che cos’è il Sufentanile?

Si tratta di un analgesico narcotico. Opera direttamente sul cervello e sul sistema nervoso centrale minimizzando il dolore e anestetizzando.

 

Come si prende il Sufentanile?

Il Sufentanile viene dato tramite iniezione.

 

Effetti collaterali del Sufentanile

Tra gli eventuali effetti collaterali del Sufentanile troviamo anche:

ansia

stato confusionale

costipazione

problemi a camminare

capogiri

sonnolenza

secchezza della bocca

dolore alla testa

indigestione

prurito

nausea

vomito

 

È fondamentale avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

problemi respiratori

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

allucinazioni

rigidità muscolare

convulsioni

battito cardiaco rallentato o irregolare

respiro rallentato

disturbi respiratori

debolezza

 

Avvertenze

Un abuso di sufentanile può provocare dipendenza. L’utilizzo del medicinale può anche alterare le capacità di guida e di manovrare macchinari pericolosi.

Prima della somministrazione di sufentanile è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo, nello specifico naltrexone, amiodarone, antifungini, betabloccanti, benzodiazepine, calcio antagonisti, cimetidina, farmaci contro l’HIV, antibiotici, MAO inibitori, fenotiazine, sibutramina, sodio oxibato e barbiturici

nel caso in cui si soffra (o si abbia sofferto) di diabete, asma o altri disturbi respiratori, disturbi di pressione, crescita di masse cerebrali anomale, disturbi cardiaci, patologie epatiche o renali, pancreatite o aritmie

se si ha la febbre

di recenti traumi cranici

nell’eventualità di gravidanza o allattamento al seno

Sulbactam

Sulbactam

 

Il Sulbactam si usa combinato con le penicilline e altri antibiotici beta-lattamici per curare le infezioni batteriche nel caso in cui l’antibiotico selezionato per la terapia sarebbe altrimenti inattivato dell’enzima beta-lattamasi.

È per esempio consigliato nella cura di certe infezioni da pseudomonas, da stafilococco resistente alla meticillina e di infezioni ginecologiche, intra-addominali e della cute.

 

Che cos’è il Sulbactam?

Il sulbactam blocca l’enzima beta-lattamasi, svolgendo così un effetto protettivo rispetto agli antibiotici che sarebbero inattivati dalla sua azione.

 

Come si prende il Sulbactam?

Il Sulbactam si può prendere per bocca o in forma di iniezioni (in vena o intramuscolari).

 

Effetti collaterali del Sulbactam

Tra gli effetti collaterali gravi del sulbactam troviamo anche dermatite esfoliativa e soppressione del midollo osseo.

Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:

dolore alla testa

affaticamento

dolori addominali

disturbi alla minzione

epistassi

infiammazione della lingua

senso di malessere

 

È meglio avvertire immediatamente un dottore in presenza di:

rash

orticaria

prurito

problemi respiratori o di deglutizione

sensazione di oppressione al petto

gonfiore di bocca, viso, labbra o lingua

convulsioni

 

Avvertenze

Prima di prendere Sulbactam è fondamentale avvertire il dottore:

di probabili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o a ogni altro medicinale (nello specifico alle penicilline o ad altri antibiotici) o cibo

degli altri farmaci, dei fitoterapici e degli integratori che si stanno prendendo

delle patologie e dei disturbi di salute di cui si soffre (o si ha sofferto), nello specifico il diabete

se si prendono anticoncezionali orali

in presenza di gravidanza o allattamento al seno

È anche fondamentale avvertire i dottori, i chirurghi e i dentisti dell’assunzione di Sulbactam.