La menopausa, sia quella spontanea sia quella indotta da trattamenti medici come la chemioterapia,  provoca una serie di cambiamenti che coinvolgono tutti gli organi ma soprattutto gli organi genitali femminili. La perdita della produzione degli estrogeni da parte delle ovaie causa un’atrofia vulvo-vaginale.

E’  un problema che riguarda oltre il 50% delle donne in menopausa e che si può manifestare con una diversa sintomatologia: prurito, diminuzione della lubrificazione vaginale, perdite ematiche durante i rapporti  sessuali.

Questi sintomi, correlati con il naturale e fisiologico processo d’invecchiamento, hanno effetti negativi sulla donna, sul suo benessere generale  e, in molti casi, sulla sua vita sessuale.

Il trattamento “Monna Lisa Touch”

Oggi, oltre i trattamenti standard come ad esempio la terapia ormonale sostitutiva sistemica o la terapia estrogenica locale (entrambe non consigliabili ad una donna trattata per vari tipi di tumore, come per esempio  per carcinoma della mammella o per tumori genitali) è possibile utilizzare una tecnica innovativa, denominata “Monna Lisa Touch”.

“Applicando i principi della medicina rigenerativa ed anti-invecchiamento alla mucosa vaginale – spiega il dott. Nazario Cassaro, chirurgo ginecologo di Humanitas Centro Catanese di Oncologia –  è stato messo a punto un nuovo protocollo di trattamento specifico per l’atrofia vaginale in menopausa, che utilizza un sistema laser. Il trattamento con Monna Lisa Touch necessita di uno speciale sistema di scansione per trasmettere l’energia del laser frazionata sulla mucosa vaginale. L’impulso permette di erogare l’energia necessaria alla microablazione della mucosa vaginale così da stimolarla efficacemente evitando danni termici eccessivi ed effetti collaterali. Il trattamento dura alcuni minuti  e vengono effettuate almeno tre sedute a distanza di 4 settimane. Non vi sono effetti collaterali tranne un leggero arrossamento o lieve gonfiore e i rapporti sessuali possono riprendere dopo 2-3 gg dalle fine di ogni seduta”.

Varie esperienze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia del trattamento Monna Lisa Touch  nel generare modificazioni istologiche come la produzione di fibre elastiche e la stimolazione della sintesi di nuovo collagene, che hanno anche lo scopo di recuperare in sede vaginale il Ph acido e di aumentarne la lubrificazione, provocando così un miglioramento di tutti i sintomi legati all’atrofia vaginale in menopausa.

Pertanto, il trattamento Monna Lisa Touch è un’alternativa complementare alla terapia ormonale sostitutiva sistemico/locale e come tale ha dimostrato di produrre effetti sicuri, efficaci e a lungo termine per le donne trattate.

L’importanza della diagnosi precoce: la colposcopia

Nella diagnosi precoce delle lesioni preneoplastiche e neoplastiche uterine, la colposcopia è un test di secondo livello dopo il pap-test e l’HPV-test, che sono considerati test di primo livello. Per la sua esecuzione ci si avvale del colposcopio, uno strumento ottico esterno che serve per illuminare e permette di ingrandire da 6 a 40 volte la cervice uterina.

E’ indubbiamene l’esame più importante per lo studio della portio uterina, ma è utile anche per osservare la vagina (vaginoscopia) e la vulva (vulvoscopia).

E’ opportuno effettuare una colposcopia in varie circostanze a seconda dei sintomi che possono presentarsi.

“Innanzitutto – spiega il dott. Cassaro – la colposcopia diventa importante in presenza di un pap-test anormale e /o del test HPV positivo: in questo caso la colposcopia ha lo scopo di esaminare attentamente la mucosa del collo uterino alla ricerca di eventuali zone sospette su cui  può essere necessario eseguire una biopsia, che rappresenta un momento spesso irrinunciabile nell’iter diagnostico, specie per lesioni HPV- correlate o lesioni preneoplastiche (displasia), non solo a carico della portio ma anche a carico della vagina o della vulva. Un altro sintomo in cui la colposcopia può risultare  utile, riguarda la presenza di un’ulcera o di una lesione anomala (ad esempio una verruca genitale) riscontrata dalla stessa paziente o durante una visita ginecologica di controllo, che può essere a carico della vulva, della vagina e/o del collo dell’utero. Infine, non bisogna nemmeno sottovalutare la presenza di perdite ematiche dopo i rapporti sessuali”.