Si chiama Single Port Vats Lobectomy ed è la tecnica di chirurgia toracica mini-invasiva video assistita più innovativa, che sfrutta il continuo progresso tecnologico nel campo della scienza medica e permette di intervenire attraverso un unico piccolo accesso. Si adopera per asportare un lobo polmonare in presenza di tumore. Questi e altri argomenti sono stati dibattuti durante il convegno di rilevanza internazionale organizzato da Humanitas Centro Catanese di Oncologia e tenutosi presso il Grand Hotel Baia Verde di Acicastello (Ct).

La chirurgia toracica dell’Humanitas, nonostante la sua giovane età, oggi esegue mediamente l’85% degli interventi con questo approccio chirurgico; coordinata dal dott. Paolo Macrì, è composta dai chirurghi Stefania Maria e Francesco Barbagallo e dalla dott. ssa Elena Baciu. Il centro oncologico catanese fa, inoltre, parte del “Vats Group”, composto da 52 ospedali italiani specializzati nella pratica chirurgica di ultima generazione, che fa dello scambio di informazioni ed esperienze un approccio fondamentale per migliorare ogni giorno di più. La tecnica in questione è stata codificata e sviluppata dal medico spagnolo Diego Gonzalez Rivas impegnato a portarla in giro per il mondo al fine di permetterne la conoscenza tra i colleghi chirurghi. L’evento ha visto la speciale partecipazione proprio del dott. Diego Gonzalez Rivas che, durante i lavori scientifici, ha potuto trasferire ai numerosi partecipanti l’esperienza personale e il sapere acquisito nel tempo.

“L’obiettivo principale di questo tipo di interventi – spiega il dott. Paolo Macrì, Responsabile dell’Unità di Chirurgia Toracica di Humanitas Centro Catanese di Oncologia – è la radicalità oncologica: l’intervento viene eseguito asportando la regione polmonare malata, isolando e suturando direttamente nel polmone le strutture nobili quali i vasi arteriosi e venosi oltre che i bronchi specifici con associata esecuzione della asportazione completa e radicale di tutti i linfonodi che drenano la regione del torace in cui si trova il polmone affetto. Con la tecnica videotoracoscopica – continua – si possono ormai tenere tutti gli interventi che si eseguirebbero con tecnica open”.

I vantaggi per i pazienti sono molti: innanzitutto, secondo alcuni studi, il sistema immunitario aiuterebbe questa tecnica ad essere quella associata alle migliori curve di sopravvivenza: grazie agli accessi molto piccoli vi è, infatti, un minore rilascio di sostanze tossiche e queste, di fatto, provocherebbero una maggiore disattivazione del sistema immunitario verso la patologia oncologica e, come conseguenza positiva, una peggiore risposta complessiva verso la malattia. Di fatto, anche il dolore percepito dal paziente è minore, grazie all’unica piccola apertura del torace che permette, mediante gli strumenti adeguati, di operare i pazienti direttamente attraverso il naturale spazio intercostale senza dover divaricare le costole.

I vantaggi di questa metodica chirurgica sono massimizzati nei pazienti con “singolo nodulo polmonare” riscontrato occasionalmente durante lo screening o nel corso di esami strumentali come TC e PET, soprattutto se supportata dalla metodica Medico Nucleare di localizzazione radioguidata. L’intervento di Single Port Vats Lobectomy è generalmente eseguito in anestesia generale, ma a volte nei pazienti più anziani anche in anestesia loco-regionale, a seconda della decisione assunta dal chirurgo in collaborazione con gli specialisti del Servizio di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore, nel rispetto della multidisciplinarietà che caratterizza tutte le attività cliniche in CCO e a garanzia dell’ appropriatezza di cura per il paziente.